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Hamas, la confessione del terrorista: "Nella brigata El-Qassam funziona così"

mercoledì 25 ottobre 2023

2' di lettura

Israele ha diffuso un video contenente tutta una serie di interrogatori ai terroristi di Hamas che sono stati catturati dopo gli attacchi terroristici di sabato 7 ottobre. In particolare le domande sono state incentrate sui massacri nei kibbutz di Kfar Azza e Be’eri e sulle incursioni nell’avamposto militare di Sufa. Una volta finti nelle mani degli israeliani, i miliziani di Hamas hanno confessato piani e orrori. A partire dall’avamposto militare di Sufa e dal villaggio lì vicino: “Gli ordini riguardo ai civili erano di uccidere gli uomini, catturare le donne, gli anziani e i bambini. Non aveva importanza distinguere tra uomini dell’esercito e civili”. 

Altro interrogatorio, altra ammissione: “Quando ti hanno ordinato di rapire e uccidere nel kibbutz di Kfar Azza, sapevi di essere in un villaggio pieno di civili?”. Il miliziano di Hamas ha fatto sì con la testa e ha poi svelato da chi era arrivato l’ordine: “Da Mohammad Nahad Albatsh, il leader della squadra. Ci ha detto che la nostra missione era il kibbutz di Kfar Azza, dovevamo uccidere e rapire tutte le persone che potevamo”. “Siamo venuti per fare ostaggi e occupare le case - ha aggiunto un altro terrorista catturato - a Gaza chiunque porta degli ostaggi ottiene un pagamento. La ricompensa è di un appartamento e diecimila dollari in contanti per ogni persona rapita. È così che funziona nella brigata El-Qassam, vogliono più rapimenti possibili. L’obiettivo della nostra infiltrazione era di rapire quante più persone possibili”. 

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Ulteriori conferme su quanto avvenuto nel kibbutz di Kfar Azza sono arrivate da un altro miliziano di Hamas: “La nostra missione era di infiltrarsi nel villaggio, dovevamo conquistarlo e ripulirlo. Lo abbiamo fatto, m più che rapire abbiamo ucciso per ripulire le case”. E poi ancora in merito al kibbutz di Be’eri: “Abbiamo ucciso i civili - ha confessato un membro della brigata El-Qassam - in una casa c’era un’intera famiglia rintanata, l’abbiamo usata come scudo umano. Nessun civile era armato, ho sparato ad alcune persone al petto”. Oltre alle confessioni crude, ciò che rimane impresso dal video degli interrogatori è che si fa fatica a scorgere qualsiasi segno di rimorso da parte di chi è stato catturato. 

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