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Mar Rosso, altro attacco Usa. Gli Houthi: "La nostra risposta sarà forte ed efficace"

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I nuovi attacchi statunitensi nello Yemen, all'indomani dei primi bombardamenti americani e britannici contro i siti Houthi, non fermano il gruppo armato. Il loro portavoce, Mohammed Abdulsalam, ha fatto sapere che le aggressioni "non hanno avuto un impatto significativo sulle capacità degli Houthi di continuare a impedire alle navi commerciali di passare attraverso il Mar Rosso e il Mar Arabico". Per tutta risposta, però, i ribelli non intendono rimanere a guardare. Anzi, il vice segretario per l'informazione del gruppo yemenita, Nasreddin Amer, passa direttamente alle minacce e promette "una replica forte ed efficace". "Non ci sono stati feriti, nè perdite materiali o umane", ha aggiunto Amer in riferimento all'attacco lanciato la scorsa notte dagli Stati Uniti. 

Attacco confermato dallo stesso comando centrale degli Usa, il quale ha dichiarato che la USS Carney, un cacciatorpediniere lanciamissili, ha attaccato con missili Tomahawk un sito radar Houthi nello Yemen. Il nuovo attacco è stato una "azione successiva" rivolta "a un obiettivo specifico associato alle operazioni della notte precedente". Allo stesso tempo anche la Gran Bretagna è pronta a tutto pur di fermare i molteplici attentati dei ribelli al largo delle coste dello Yemen. Attacchi che hanno interrotto il commercio globale e sollevato il timore di ulteriori ricadute sulla guerra a Gaza. 

Non a caso, il ministro della Difesa britannico Grant Shapps si è rivolto direttamente all'Iran. L'avvertimento? Deve dire ai miliziani sciiti di "fermarsi e desistere" perché "la pazienza sta per finire. Dai ribelli in particolare non può venire nulla di buono". E ancora, spiegando le azioni inglesi: la Gran Bretagna sta reagendo "per legittima difesa", è per questo che si è unita agli Stati Uniti nei raid. 

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