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Stati Uniti, raid su Siria e Iraq: "Comincia la nostra risposta", i motivi dell'attacco

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Gli attacchi americani contro obiettivi filoiraniani in Iraq e Siria si sono svolti nell’arco di 30 minuti e "sono stati coronati da successo". A riferire dei raid notturni è stata la Casa Bianca: secondo il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale John Kirby agli attacchi hanno preso parte diversi aerei, tra cui i B-1. "Ci saranno ulteriori risposte", ha poi avvertito. Nella notte tra sabato e domenica scorse, tre soldati americani sono stati uccisi in Giordania da un drone lanciato da gruppi militanti filoiraniani. "Non stiamo cercando una guerra con l’Iran", ha aggiunto Kirby, precisando che gli Stati Uniti hanno preallertato il governo iracheno, ma che "non ci sono state comunicazioni con Teheran" dall’attacco dello scorso fine settimana. "Oggi è cominciata la nostra risposta", ha fatto sapere poco dopo il presidente, Joe Biden che poche ore prima, presso la base aerea di Dover nel Delaware, insieme alla moglie Jill e ai vertici della Difesa aveva assistito al rientro delle salme dei soldati Usa.

"Continuerà nel momento e nel luogo prescelti. Gli Stati Uniti non sono alla ricerca di guerre in Medio Oriente o in nessun altra parte del mondo. Ma che sappiano tutti coloro che potrebbero farci del male: se farete del male agli americani, noi risponderemo". Secondo il Pentagono, tra gli obiettivi attaccati ci sono centri operativi, di intelligence, arsenali di razzi e missili, magazzini di droni e strutture logistiche legate ai vari attacchi che i gruppi filo-iraniani hanno commesso nelle ultime settimane contro le forze statunitensi. Dalle prime notizie in loco, sembra che siano morti almeno 18 membri di queste milizie. Le azioni si sono concentrate nell’area di Al Mayadin, considerata la ’capitale iranianà in Siria, e nel distretto di Al Bukamal, al confine con l’Iraq e importante via di rifornimento. Secondo il Comando Centrale degli Stati Uniti, gli attacchi hanno utilizzato "più di 125 munizioni di precisione" e sono stati lanciati da numerosi aerei, compresi i bombardieri B-1 a lungo raggio decollati dalle basi negli Stati Uniti. Sebbene stiano ancora "valutando" gli effetti dei bombardamenti, le autorità americane hanno assicurato che gli attacchi hanno avuto "successo" e hanno colpito con precisioni obiettivi militari in entrambi i Paesi.

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