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Greggio, fede, miliziani: l'Iran è una minaccia?

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Giovanni Terzi
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Lo scontro con Israele ha riportato all’attenzione del mondo la Repubblica islamica dell’Iran. Ci si chiede quanto è realmente forte il Regime degli ayatollah, al di là delle alleanze con Russia e Cina. Proviamo a rispondere. 1) Qual è la consistenza delle Forze Armate iraniane? Secondo la valutazione annuale dello International Institute for Strategic Studies, le forze armate iraniane sono tra le più grandi del Medio Oriente, con almeno 580.000 effettivi in servizio attivo e circa 200.000 riservisti addestrati, divisi tra l’esercito tradizionale e il Corpo delle guardie della rivoluzione islamica (Pasdaran). L’esercito e le guardie hanno ciascuno forze terrestri, aeree e navali separate e attive. Lo Stato Maggiore delle Forze Armate coordina i rami e stabilisce la strategia complessiva. 2) Cosa sono i Pasdaran? Letteralmente “Guardie” (in farsi “Corpo delle guardie della rivoluzione islamica” si dice “sepah-e pasdaran-e enghelab-e eslami”).

Più o meno come le SS nella Germania nazista o la Milizia volontaria per la sicurezza nazionale nell’Italia fascista, è un esercito parallelo e ideologizzato sotto il controllo di un regime che non si fida di dipendere dalle sole forze armate normali e apolitiche. Sono circa 210.000 uomini suddivisi in forze di terra, aeree e navali. Spettano in particolare a Pasdaran sicurezza interna, controllo delle frontiere, attività di polizia e della componente missilistica. Il Corpo delle guardie della rivoluzione islamica ha inoltre un enorme peso sull'economia iraniana e si sostiene che ne abbia in mano un terzo del totale mediante fiduciari e imprese controllate, con un fatturato superiore ai 12 miliardi di dollari Dei Pasdaran fanno parte i Corpi Ansar al-Mahdi: gli “ausiliari del Mahdi” (il Messia islamico) che si occupano della sicurezza delle più alte personalità del governo e del parlamento, e a cui sono affidate operazioni molto delicate come controspionaggio e azioni oltre confine. 3) Cosa sono i Basiji? Letteralmente “Mobilitazione”. Sono milizie volontarie controllate dai Pasdaran. Originariamente consistevano di individui o troppo giovani o troppo anziani per il servizio militare regolare. Divennero famosi aver fornito volontari che si offrivano di condurre attacchi a ondate contro gli Iracheni durante la guerra Iran-Iraq, particolarmente attorno a Bassora. Attualmente il Basij serve come forza ausiliaria impegnata in attività quali la tutela dell'ordine pubblico in momenti di emergenza, oppure ad assicurare il servizio sociale, a organizzare le cerimonie religiose pubbliche, a compiti di polizia incaricata di vegliare sulla “morale islamica” e ad ostacolare le attività dei dissidenti del regime religioso iraniano. Agisce anche come servizio d'emergenza ed è ufficialmente mobilitato in caso di terremoti e altri disastri naturali o umani. Avrebbe 90.000 effettivi, con 300.000 riservisti e 1.000.000 da mobilitare in caso di necessità 4) Cosa sono le Forze al Quds? Indicate con il nome arabo di Gerusalemme, formano un'unità speciale del corpo che ha l'obiettivo di esportare all'estero la rivoluzione iraniana e di gestire le operazioni extraterritoriali del corpo. Le forze Quds vennero create durante la guerra Iran-Iraq, durante ed al termine del conflitto supportarono i curdi nella lotta a Saddam Hussein. Successivamente estesero il loro raggio di azione, aiutarono Massoud e l'alleanza del Nord nel conflitto contro i sovietici ed i bosniaci musulmani durante la Guerra in Bosnia. Ad oggi risultano attive in molte aree del mondo con programmi di addestramento, finanziamento ed equipaggiamento di gruppo islamici rivoluzionari. Dipendono direttamente dalla Guida suprema iraniana. Il loro numero è stimato tra le 2.500 e 5.000 unità, anche se alcune arrivano a 10.000-15.000 uomini. Appartenente a queste forze speciali è la Unità 400, con compiti definiti dall'intelligence Usa «di condurre sensibili operazioni coperte all'estero che includono attacchi terroristici, rapimenti, assassini e sabotaggi». Tra le varie operazioni che vengono attribuite dagli Usa a questa forza c'è il tentativo di assassinare l'ambasciatore saudita a Washington attraverso contatti con cartelli della droga messicani Era il comandante di questa forza speciale Qasem Solei mani che fu ucciso con un attacco aereo dagli Usa a Bagdad il 3 gennaio 2020. 5) Cos’è l’Asse di Resistenza? È l’insieme delle milizie filo-iraniane presenti fuori dal Paese. Armate, addestrate e supportate dalla Foza Quds, includono Hezbollah in Libano, gli Huthi nello Yemen, gruppi di milizie in Siria e Iraq, Hamas e la Jihad islamica palestinese. La capacità di mobilitare la simpatia di sciiti, e nel caso dei palestinesi anche di integralisti sunniti, è il principale asset di soft power iraniano, che con il sistema delle milizie diventa a sua volta hard power. 6) Che tipo di armi ha l’Iran? Per decenni, la strategia militare dell’Iran è stata ancorata alla deterrenza, enfatizzando lo sviluppo di missili di precisione e a lungo raggio, droni e difese aeree. Così ha costruito una grande flotta di motoscafi e alcuni piccoli sottomarini in grado di interrompere il traffico marittimo e le forniture energetiche globali che attraversano il Golfo Persico e lo Stretto di Hormuz. Ha inoltre uno dei più grandi arsenali di missili balistici e droni del Medio Oriente.

È così in grado di colpire qualsiasi obiettivo in Medio Oriente, compreso The Israele Secondo le forze di difesa israeliane, l’Iran ha infatti utilizzato 185 droni, 36 missili da crociera e 110 missili balistici nel suo ultimo attacco. I droni iraniani vengono utilizzati dalla Russia in Ucraina e sono emersi nel conflitto in Sudan. I missili ipersonici possono volare almeno cinque volte più velocemente della velocità del suono e possono prendere una traiettoria complessa, rendendoli difficili da intercettare. Il programma missilistico iraniano è in gran parte basato su progetti nordcoreani e russi e ha ricevuto anche l'assistenza cinese. L’Iran afferma che i suoi missili balistici sono un’importante forza deterrente e di ritorsione contro gli Stati Uniti, Israele e altri potenziali obiettivi regionali. Nega di cercare armi nucleari. 7) Da dove prende le armi l’Iran? Le sanzioni internazionali hanno tagliato fuori il Regime dagli armamenti ad alta tecnologia e dalle attrezzature militari prodotte all’estero, come carri armati e aerei da combattimento. Durante gli otto anni di guerra tra l’Iran e l’Iraq negli anni ’80, pochi paesi erano disposti a vendere armi all’Iran. Quando l’ayatollah Khamenei divenne il leader supremo dell’Iran nel 1989, un anno dopo la fine della guerra, incaricò le Guardie di sviluppare un’industria nazionale di armi e investì risorse nello sforzo, cosa che fu ampiamente riportata dai media iraniani. Voleva assicurare che l’Iran non avrebbe mai più dovuto fare affidamento su potenze straniere per le sue esigenze di difesa. Se missili e droni sono stati un successo, i tentativi di realizzare veicoli corazzati e grandi navi militari hanno invece avuto risultati contrastanti. L’Iran importa anche piccoli sottomarini dalla Corea del Nord. 8) Come vedono gli altri Paesi l’esercito iraniano e quali sono i suoi punti deboli? L'esercito iraniano è considerato uno dei più forti nella regione in termini di attrezzature, coesione, esperienza e qualità del personale, ma è molto indietro rispetto alla potenza e alla sofisticatezza delle forze armate di Stati Uniti, Israele e alcuni paesi europei. La più grande debolezza dell’Iran è la sua aviazione. Gran parte degli aerei del Paese risalgono all’era dello Scià Mohammed Reza Pahlavi, che guidò l’Iran dal 1941 al 1979, e molti sono stati disattivati per mancanza di pezzi di ricambio. Negli anni ’90 il Paese ha acquistato anche una piccola flotta dalla Russia, dicono gli esperti. I carri armati e i veicoli blindati dell’Iran sono vecchi e il Paese ha solo poche grandi navi da guerra. 9) Qual è il rapporto di forze tra Israele e Iran? Secondo il Global Firepower Index 2024, l’Iran è al 14° posto nella classifica mondiale della potenza militare, seguito da Israele al 17° posto (l’Italia è decima). L’Iran è superiore in termini di personale a Israele, che ha solo 126.000 soldati, 400.000 riservisti, 9500 marinai, 34.000 avieri e 8000 di gendarmeria.

Ma non sono i fattori più rilevanti in caso di conflitto armato tra Israele e Iran, dal momento che i due Stati sono separati da Iraq e Giordania, e la distanza tra Gerusalemme e Teheran è di circa 1.850 chilometri. Sarebbe possibile invece uno scontro per via aerea in cui Israele sarebbe nettamente superiore: 612 aerei da combattimento contro 551, e di qualità nettamente superiore. Inoltre Israele avrebbe una novantina di bombe atomiche. 10) Come funziona l’economia iraniana? Con 4.064.000 barili di petrolio al giorno di produzione registrati lo scorso dicembre, l’Iran è il settimo produttore mondiale di petrolio, e il terzo dell’Opec. Sarebbe anche il terzo come riserve, che all’attuale ritmo di sfruttamento durerebbero 163 anni. Come export cala però al sedicesimo posto, per via delle sanzioni. Col 60% dell’economia in mano allo Stato, il 30% della spesa pubblica rappresentato da fondazioni religiose e un sistema di prezzi fortemente sussidiato per mantenere il consenso, il 18,27% del Pil che dipende dal petrolio è inferiore al livello di altri Paesi petroliferi, ma comunque pesa. L’Iran dunque in questo momento soffre di inflazione, deprezzamento valutario e dell’impatto delle sanzioni internazionali. Il ministro del Petrolio Javad Owji insiste che in realtà l’Iran sta esportando più che mai e che dal petrolio ha guadagnato più di 35 miliardi di dollari nel 2023. Ma il 90% del greggio va in Cina, e l’inflazione è al 40%, col dollaro che ha guadagnato circa il 15% rispetto al rial iraniano nelle ultime settimane, in mezzo alle aspettative di un accresciuto conflitto con Israele. Il tenore di vita della classe media iraniana è dunque tornato a 20 anni fa. 

In collaborazione con The Global News

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