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Assad, cosa nascondeva nel garage a Damasco: la scoperta dei ribelli

lunedì 9 dicembre 2024

2' di lettura

La nuova Siria in mano ai ribelli parte dal saccheggio del palazzo presidenziale di Bashar Assad a Damasco. Il presidente è fuggito, in "asilo umanitario" dall'amico Vladimir Putin a Mosca. Il Cremlino spera di diventare mediatore regionale nella crisi che può scatenare un devastante effetto domino nel Medio Oriente, e non a caso gli islamisti guidati da al-Jolani subito dopo aver preso il potere quasi senza fatica hanno già avviato contatti con i referenti russi.

Nella lussuosa casa di Assad nella Capitale, abbandonata precipitosamente dalla dinastia al potere da decenni, ribelli armati, ma anche uomini, donne e bambini sono entrati per scattare foto e prendere quel che è possibile prendere. Nell'elegante quartiere di Malki, la residenza composta da tre edifici di sei piani è stata depredata dei suoi tesori più nascosti. Nel garage, per esempio, Assad e i suoi fedelissimi avevano parcheggiato vetture di lusso, dalle Ferrari alle Lamborghini, Bmw, Audi. Uno schiaffo per il popolo in uno dei paesi più disastrati del mondo dopo oltre un decennio di guerra civile, dominazione Isis, bombardamenti ed economia ridotta ai minimi termini. 

Nel resto del palazzo, vuoto, documenti e carte sparsi tra scalinate e stanze, un dipinto di Assad è sul pavimento all'ingresso del piano terra, circondato da un vasto giardino con una fontana. Sui social network si può vedere un video di una folla nelle camere da letto, che si avventa su vestiti ed effetti personali, oltre che su borse di marchi di lusso, tra cui Vuitton. Sia la residenza di Assad che il palazzo presidenziale, a circa due chilometri di distanza, erano off-limits per i siriani comuni sotto il presidente, che è crollato di fronte all'offensiva dei ribelli dopo mezzo secolo di dominio indiviso del suo clan.-

I visitatori paragonano la residenza a "un museo": vogliono vedere "ciò che ci è stato proibito di vedere, quando vivevamo in povertà e privazioni". "Anche quando se ne sono andati, l'acqua e il riscaldamento sono ancora lì, mentre i nostri figli si ammalano per il freddo". Come un gesto di vendetta, è stata burciata la grande sala di ricevimento dove il dittatore accoglieva i suoi prestigiosi ospiti internazionali.

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