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Marine Le Pen, Orban ribalta l'Europa con tre parole

Il premier ungherese: "Je suis Marine". Abascal: "Non zittiranno il popolo francese"
lunedì 31 marzo 2025

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2' di lettura

Tre parole, "je suis Marine". Su X Viktor Orban, premier dell'Ungheria e fondatore dei Patrioti per l'Europa, esprime la sua piena solidarietà politica e personale a Marine Le Pen. E lo fa in un modo tanto sintetico quanto clamoroso. 

La leader del Rassemblemen National francese è stata infatti condannata dal Tribunale di Parigi per appropriazione indebita di fondi pubblici insieme ad altri 8 europarlamentari: 4 anni di carcere, di cui due di pena pecuniaria, convertibili in braccialetto elettronico, a una multa di 100.000 euro e a 5 anni di ineleggibilità con effetto immediato. L’ineleggibilità è soggetta ad esecuzione provvisoria, il che significa che la pena si applica immediatamente in caso di condanna, anche in caso di appello. Secondo Le Monde, "se Marine Le Pen manterrà il suo mandato di deputata del Pas-de-Calais, le conseguenze politiche della sentenza saranno disastrose: in attesa di una futura decisione, non potrà candidarsi a nessuna elezione per 5 anni, ovvero fino a dopo le elezioni presidenziali del 2027". 

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La leader di RN parlerà stasera al notiziario delle 20 di Tf1, ma nel frattempo è Jordan Bardella, suo delfino e dal 2021 presidente del partito, a tuonare: "Oggi non è solo Marine Le Pen a essere ingiustamente condannata: è la democrazia francese a essere messa a morte", recita la sua dichiarazione diffusa attraverso il social network X.

Anche Éric Zemmour, il presidente di Reconquête, ha preso le sue difese sottolineando come "non spetti ai giudici decidere per chi debba votare il popolo". "Qualunque siano i nostri disaccordi, Marine Le Pen ha il diritto di candidarsi alle elezioni. Mi dispiace che i politici abbiano volontariamente dato questo potere esorbitante al sistema giudiziario. Tutto deve cambiare".

Oltreconfine, si sono espressi altri due protagonisti della cosiddetta "internazionale di destra". Matteo Salvini, leader della Lega, ha puntato il dito su Bruxelles, considerata "il mandante" della condanna: "Questa è una dichiarazione di guerra". Mentre Santiago Abascal, leader del partito ultra-conservatore spagnolo Vox, assicura: "Non riusciranno a zittire la voce del popolo francese". 

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