Sono le 20.35 di venerdì 2 maggio quando sull’account ufficiale della presidenza della Repubblica francese appare lo screenshot di un articolo di Libero che, come molti altri giornali, italiani e internazionali, ha raccontato in questi giorni l’attivismo diplomatico del capo dello Stato, Emmanuel Macron, in vista del Conclave del 7 maggio, dal quale uscirà il successore di Papa Francesco. L’Eliseo, tuttavia, non si è limitato a pubblicare la foto dell’articolo: vi ha aggiunto un bollino rosso con la scritta “Falso”, in italiano, ripostando un messaggio su X dell’ambasciata francese presso la Santa Sede, che accusa Libero di «manipolazioni dell’informazione indegne».
Ma il nostro giornale, appunto, non è stato l’unico a raccontare che Macron ha approfittato della sua presenza a Roma per seguire da vicino l’evoluzione del dossier ultrasensibile del Conclave. Guillaume Tabard, firma di punta del Figaro, era presente sabato 26 aprile al famoso pranzo di Villa Bonaparte, sede dell’ambasciata francese presso la Santa Sede, dove Macron ha incontrato quattro dei cinque cardinali francesi elettori: Jean-Marc Aveline, arcivescovo di Marsiglia, François Bustillo, vescovo di Ajaccio, Christophe Pierre, nunzio apostolico negli Stati Uniti, e Philippe Barbarin, arcivescovo emerito di Lione (a tavola mancava il cardinale Dominique Mamberti, che si trovava a Santa Maria Maggiore per la sepoltura del Pontefice). Il giorno dopo Tabard ha pubblicato un resoconto della giornata romana di Macron, raccontando diversi dettagli del pranzo di Villa Bonaparte che vanno nella direzione evocata da Libero e da altri giornali: ossia quella di una preferenza verso Aveline, il progressista insignito della Legion d’onore da Macron nel 2022.
«Macron, l’enfant terrible di Francesco, non trattiene un ampio sorriso quando sente il nome di Jean-Marc Aveline, uno della dozzina di “papabili” regolarmente citati. Un Papa francese, più di sei secoli dopo Gregorio XI? Emmanuel Macron, si percepisce, lo sogna», scrive il giornalista del Figaro. Che sottolinea anche «la forte amicizia» tra il presidente francese e Andrea Ricciardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, organizzazione di grande prestigio internazionale, influente e vicinissima al cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, anch’esso nella lista dei papabili.
«Venerdì sera, dopo essersi inchinato con la moglie Brigitte davanti alla salma di Francesco, (Macron, ndr) ha trascorso la serata nuovamente con Ricciardi (al ristorante Il Bolognese, ndr). Prima di essere raggiunto dai suoi due ministri, Bruno Retailleau (Interno, ndr) e (Esteri, Jean -Noël Barrot ndr)», riporta il Figaro. Inoltre, secondo le informazioni della Tribune Chrétienne, media vicino agli ambienti cattolico-tradizionalisti francesi, il cardinale ungherese Péter Erdö avrebbe sottolineato i contatti tra Macron e i porporati francesi «per sbarrare la strada alla candidatura di Robert Sarah», il cardinale guineano con posizioni conservatrici.
Ieri Libération, il quotidiano della gauche progressista, ha accusato Libero e altri giornali che hanno parlato dell’attivismo diplomatico di Macron di essere «organi di stampa vicini all’estrema destra, che amano i complotti e sono abituati alle provocazioni». Lo è dunque anche il Corriere della Sera che, il 28 aprile scorso, sottolineava «l’attivismo vaticano di Macron», spiegando che un nuovo pontefice francese sarebbe «uno straordinario colpo di soft power per Macron»? È evidente che ci sia molto confusione a Parigi. E che all’Eliseo non venga tollerato chi prova a scrivere qualcosa di scomodo, che non va nel senso della narrazione promossa dall’entourage del presidente. Prima di Libero, è già successo a Bloomberg di essere accusato di “fake news”, per aver pubblicato un articolo che evocava, citando fonti vicine all’Eliseo, l’ipotesi di un nuovo scioglimento dell’Assemblea nazionale in autunno. Ma anche a CNews, “reo” di aver riportato la notizia del The Sun che, dopo aver consultato un’esperta di lettura labiale, Nicola Hickling, ha pubblicato le parole pronunciate dal presidente americano Donald Trump a Macron mentre quest’ultimo voleva imbucarsi al vertice con Zelensky: «Non sei al posto giusto qui. Ho bisogno che tu mi faccia un favore, non devi essere qui».