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Emmanuel Macron alla deriva: manate, uova in testa e foto coi delinquenti

Il presidente francese, prima di quella della moglie Brigitte, si era già preso una sberla in pubblico. Poi si era fatto fotografare con due uomini a torso nudo che facevano gestacci
di Carlo Nicolato martedì 27 maggio 2025

3' di lettura

Il presidente Macron non è certo nuovo a siparietti controversi, ad affermazioni discutibili che qualcuno ha interpretato come gaffe ma che in realtà spesso rappresentano il suo vero pensiero, a situazioni imbarazzanti documentate da video e fotografie dalle quali è uscito sempre più indigesto ai suoi sudditi. Pardon, concittadini. Così indigesto che anche quando toglie innocentemente un fazzolettino di carta dal tavolo del treno mentre con Starmer e Merz si reca a Kiev per l’ennesimo incontro con Zelensky, qualcuno è indotto a supporre perfino che si tratti di cocaina. Non è colpa di chi pensa male, dei complottisti, dei fabbricanti di fake news, è colpa di Macron e delle sue reiterate torbide gaffe che confondono anche il più smaliziato degli osservatori.

Per rimanere ai tempi recenti basterebbe citare quando al funerale di Papa Francesco ha cercato di imbucarsi al faccia a faccia tra Trump e Zelensky, salvo poi affermare che la sedia tolta all’ultimo non era destinata a lui, ma all’interprete. D’altronde si sa, il presidente francese non sopporta le critiche, figuriamoci chi dubita della sua buona fede. A dicembre dello scorso anno, a un gruppo di persone che lo contestava a Mayotte, l'arcipelago francese dell'Oceano indiano appena devastato da un uragano, ha urlato: «Se non fosse per la Francia sareste 10mila volte in più nella merda». Alcune esternazioni più datate sono letteralmente passate alla storia. Nel 2018, visitando la tomba di De Gaulle, è stato accolto da alcuni cittadini di una certa età che protestavano per i tagli alle pensioni e lui ha risposto loro invitandoli a lamentarsi di meno. A settembre dello stesso anno a un anziano giardiniere disoccupato che gli chiedeva come potesse trovare lavoro il presidente ha risposto sprezzante «attraversa la strada e trovatene uno». Il mese prima durante una visita di Stato in Danimarca ha definito i galli, cioè i suoi cittadini, «pigri» e «refrattari al cambiamento». Ad Atene, l’anno prima, aveva fatto di peggio, qualificandoli semplicemente come «fannulloni».

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Durante la stessa visita, riferendosi agli edili che manifestavano in patria, disse che «anziché fare casino sarebbe meglio che si cercassero un lavoro». Forse il massimo però Macron lo raggiunse nel giugno dello stesso anno quando in un video pubblicato su twitter che avrebbe dovuto mostrare la sua abilità nel preparare i discorsi, se n’è uscito sciorinando una frase che a qualcuno ha ricordato il Marchese del Grillo: «Chi nasce povero rimane povero, chi diventa povero rimane povero». Per l’occasione i Repubblicani fecero notare la continuità di Macron con il suo predecessore socialista Hollande il quale, secondo l’ex moglie Trierweiler, definiva i poveri «sans-dentes», cioè sdentati. «L’arte del disprezzo permanente» commentarono i Républicains, mentre i socialisti, che all’epoca ancora avevano qualche voce in capitolo, sottolinearono quanto fosse infelice «questo presupporre sempre che i disoccupati non trovano lavoro perché non lo cercano».

Il disprezzo per i suoi concittadini d’altronde è sempre stato uno dei comuni denominatori della sua politica e i concittadini hanno spesso risposto con la stessa moneta. Nessuno gli ha perdonato la protezione accordata ad Alexandre Benalla, il responsabile della sicurezza all’Eliseo un po’ troppo amante del manganello. Nel 2022 invece durante la visita a una scuola alberghiera fu preso a schiaffi da un ragazzo che lo contestava e che il presidente ha affrontato impettito e a muso duro. Durante la visita al salone internazionale della ristorazione di Lione si prese invece un uovo in testa. Lo spavaldo presidente chiese di parlare con l’«imbecille» che lo aveva lanciato: «Se ha qualcosa da dirmi venga a parlarmi».

Non si può invece dimenticare quando con una certa dose di sgradevole ragione, durante i festeggiamenti per il 78° anniversario dell'appello di De Gaulle, redarguì duramente un ragazzino che al suo passaggio tra la folla gli aveva chiesto «Ça va Manu?». «Sei ad una cerimonia ufficiale e ti comporti come si deve» rispose Manu fulminandolo, «puoi anche fare l’imbecille ma oggi cantiamo la Marsigliese e i canti dei Partigiani. Per cui mi devi chiamare Président de la République o Monsieur».

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E dire che solo qualche mese dopo, era sempre l’infelice 2018, durante una visita all’isola di Saint-Martin l’irreprensibile Président de la République, colto da un galeotto acquazzone tropicale, si riparò insieme alla scorta in una casa di locali e si fece fotografare abbracciato a due sudati energumeni a torso nudo che facevano gestacci. Tre anni più tardi disse in un’intervista di non aver mai digerito quelle foto ma che la colpa, ovviamente, non era sua: «Sono stato ingenuo, ma loro si sono comportati come degli idioti».

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