L'ultradestra sta sfilando a Budapest seguendo lo stesso percorso del Gay Pride previsto oggi, sabato 28 giugno, nonostante il divieto del premier ungherese Viktor Orban. I militanti del partito Patria Nostra hanno bloccato con le auto il ponte Szabadsag, tappa del percorso programmato, che a momenti partirà dal municipio di Budapest. La polizia non sta intervenendo. È possibile, quindi, che si verifichino degli scontri tra i manifestanti coinvolti nel corteo. Una decina di membri del collettivo di estrema destra ungherese '64 Counties Youth Movement' ha provato a occupare Városháza Park dove tra poche ore inizierà il Budapest Pride. Il loro obiettivo è impedire fisicamente la partenza del corteo. Dopo una lunga trattativa con la polizia magiara, però, sono stati allontanati.
Inoltre, un deputato del partito estremista Patria Nostra (Mi Hazank), Elod Novak, ha minacciato di chiudere il ponte Szabadsag (Libertà) sul quale intende passare il corteo. "Se la polizia non fa nulla per impedire la marcia Lgbt, faremo noi con i nostri mezzi", ha detto. Per questo, gli organizzatori del Pride starebbero valutando di modificare il percorso annunciato.
Nonostante il divieto di Orban, comunque, si prevedono numeri record di partecipanti alla marcia del Pride nella capitale ungherese. La coalizione del premier aveva modificato le leggi e la Costituzione all'inizio di quest'anno proprio per vietare la manifestazione annuale a "protezione dei minori". Dopo che è stata annunciata un'importante partecipazione al corteo, allora, il leader nazionalista ha affermato che, sebbene la polizia non "disperderà" la folla, quelli che vi prenderanno parte potrebbero avere delle "conseguenze legali". Nonostante questo, oltre 35mila persone sarebbero attese alla marcia.