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Il colpo di Kiev: eliminato il vice capo della Marina russa

di Carlo Nicolato venerdì 4 luglio 2025

3' di lettura

Giusto poco prima della telefonata tra Trump e Putin è arrivata la notizia della morte durante un attacco ucraino nell’oblast di Kursk del maggiore generale Mikhail Yevgenyevich Gudkov, vicecomandante della marina russa. L’Ucraina dunque ha dato un segnale di forza nel momento più opportuno, quando le sorti del Paese sembravano ormai segnate dalla decisione americana di ridimensionare la fornitura militare a Kiev e quindi dai contatti sempre più esclusivi fra il presidente degli Stati Uniti e quello russo. Secondo Oleg Kozhemyako, governatore del Territorio del Litorale russo, il generale è stato ucciso insieme al suo vice e a molti altri soldati, per un totale di 22 persone. Gudkov era fresco di nomina, promosso a vice comandante in capo della Marina russa nel marzo scorso. In precedenza aveva guidato la 155ª Brigata di Marina separata, che gli ucraini hanno ripetutamente accusato di aver commesso crimini di guerra, come l’esecuzione di prigionieri e l’umiliazione di altri soldati catturati.

L’eliminazione di Gudkov dunque ha più di un significato ed è uno smacco profondo per Mosca in quanto non solo il generale era il numero due della Marina ma deteneva anche i prestigiosi titoli di Eroe della Russia e di Eroe del Primorye, la regione più orientale della Russia dove aveva prestato servizio in precedenza. Secondo calcoli della Bbc Russia, dall’inizio della guerra gli ucraini avrebbero eliminato 10 generali russi e 524 tra tenenti colonnelli e colonnelli. Significativo anche il fatto che l’attacco sia stato compiuto con il sistema di lanciarazzi leggeri Himars che gli Stati Uniti hanno consegnato a Kiev già nell’estate del 2022 e che è spesso risultato decisivo sulla linea del fronte. Tra le armi e le munizioni che gli Stati Uniti hanno deciso di non inviare più all’Ucraina sembra non ci siano i razzi Gmlrs con una gittata di circa 70 chilometri e gli Atacms che arrivano quasi a 200 chilometri, entrambi lanciati proprio dal sistema Himars. Il Wall Street Journal parla invece di una spedizione in Polonia bloccata che include oltre due dozzine di missili Patriot Pac-3, più di due dozzine di sistemi di contraerea Stinger, missili aria-terra Hellfire e oltre 90 missili aria-aria Aim destinati ai caccia F-16 ucraini.

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Il presidente Zelensky dovrebbe parlare oggi con Trump di tale preoccupante sospensione in una telefonata che appare oltremodo complicata. Ieri il presidente ucraino, in visita in Danimarca per l’inaugurazione dell’inizio della presidenza semestrale del Consiglio, ha detto di nutrire anche «dubbi sul continuo sostegno degli Stati Uniti all’Europa» ma che comunque l’Ucraina conta di entrare il prima possibile nell’Unione Europea. «Sull’adesione dell’Ucraina all’Ue non dobbiamo perdere tempo, Kiev sta facendo le riforme e invito la Commissione e l’Ucraina a continuare il lavoro e poi, quando saremo in grado di ottenere l’approvazione, andremo avanti», ha detto il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa anche lui presente all’incontro insieme alla presidente della Commissione Von der Leyen. «Il processo è meritocratico e noi crediamo che Kiev merita l’apertura del primo capitolo negoziale», ha aggiunto quest’ultima.

Zelensky tuttavia ha annunciato anche di aver raggiunto un accordo con gli Usa per la produzione di droni. L’azienda americana in questione è la azienda americana Swift Beat e secondo Zelensky l’accordo prevede «la produzione di centinaia di migliaia di droni solo quest'anno, con il potenziale di aumentare significativamente la produzione nel prossimo». Si parla in particolare di «intercettori per distruggere droni e missili nemici, quadricotteri per la ricognizione e la regolazione del tiro, e droni da attacco a lungo raggio». La Germania inoltre, starebbe cercando di concludere un accordo segreto con gli Stati Uniti, in particolare per due sistemi di difesa aerea Patriot, che Berlino finanzierebbe per l’Ucraina. Per il via libera definitivo, scrive il quotidiano tedesco Bild, servirebbe un impegno dek segretario alla Difesa statunitense Pete Hegseth e non è ancora chiaro se l’accordo possa saltare a seguito del blocco delle consegne di armi a Kiev annunciato dagli Stati Uniti.

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