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Siamo alla follia: per il film sul 7 ottobre bisogna chiedere i diritti ad Hamas

Il documentario di Avrich racconta la coraggiosa missione del generale in pensione delle Forze di Difesa israeliane Noam Tibon, che il 7 ottobre 2023 si lanciò al salvataggio della sua famiglia e di altre persone dal massacro nel kibbutz Nahal Oz e al Supernova music festival.
di Mauro Zanon venerdì 15 agosto 2025

3' di lettura

La cinquantesima edizione del Toronto international film festival (Tiff), grande appuntamento per i cinefili di tutto il mondo subito dopo la Mostra di Venezia, si terrà quest’anno dal 4 al 14 settembre. Ma prima ancora della cerimonia di inaugurazione, il festival canadese è già travolto da una polemica: la cancellazione di un film dalla programmazione per questioni di diritti d’autore. Nel montaggio iniziale di “The Road Between Us: The Ultimate Rescue”, documentario incentrato sul pogrom del 7 ottobre 2023 del regista canadese Barry Avrich, sono presenti video registrati da terzi. E il festival ha chiesto ulteriori autorizzazioni per poter proiettare il film. Fin qui, nulla di scandaloso. Peccato che i titolari dei diritti sulle immagini in questione siano i terroristi di Hamas, gli autori dell’attacco più sanguinoso contro gli ebrei dai tempi della Shoah. A rivelare la notizia è stato il sito americano Deadine.

Il documentario di Avrich racconta la coraggiosa missione del generale in pensione delle Forze di Difesa israeliane Noam Tibon, che il 7 ottobre 2023 si lanciò al salvataggio della sua famiglia e di altre persone dal massacro nel kibbutz Nahal Oz e al Supernova music festival. Per il film, il regista canadese ha utilizzato anche i video della carneficina girati con la GoPro dai terroristi di Hamas: una decisione “intollerabile” per la direzione del festival che ha deciso bruscamente di rimuovere dalla programmazione “The Road Between Us: The Ultimate Rescue”. La motivazione ufficiale? «Manca l’autorizzazione legale» per l’uso delle immagini di Hamas, oltre a non meglio specificate preoccupazioni su «sicurezza» e «logistica». In altre parole: Barry Avrich avrebbe dovuto dimostrare di avere la liberatoria firmata da Hamas per poter usare i video.

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I miliziani palestinesi, il 7 ottobre, filmarono le loro atrocità mentre le commettevano, le trasmisero in diretta streaming e telefonarono alle famiglie delle vittime affinché vedessero le torture e l’assassinio dei loro cari: era la loro propaganda e volevano che tutto il mondo assistesse al massacro. Ma meno di due anni dopo da quella barbarie, la direzione del Tiff ha deciso che è troppo rischioso mostrare un documentario di questo tipo, sia per i contenuti che potrebbero generare proteste durante la kermesse, sia per la protezione dei diritti d’autore di Hamas. Il team di produzione del documentario ha reagito alla censura con una mail inviata alla Cbc, la televisione pubblica canadese, dicendosi scioccato. «Il cinema è una forma d’arte che stimola il dibattito da tutti i punti di vista. Può intrattenerci e metterci a disagio. Un festival cinematografico offre un ricco menù e il pubblico decide cosa vedere e cosa no», si legge nella mail. «Non siamo registi politici né attivisti. Siamo narratori. Rimaniamo determinati, faremo uscire il film e invitiamo il pubblico, le emittenti e le piattaforme di streaming a farsi una propria opinione dopo averlo visto», ha aggiunto il team di “The Road Between Us: The Ultimate Rescue”. È evidente che oltre alla questione folle dei diritti d’autore, l’altra ragione alle origini della cancellazione sia quella di non urtare gli attivisti pro-Pal. «Immaginate il processo di Norimberga che rifiutava filmati nazisti perché non era riuscito a far firmare la liberatoria a Goebbels», ha commentato il comico e commentatore israeliano-americano Benji Lovitt. È l’ennesimo inchino a Hamas da parte degli utili idioti dell’islamismo di cui l’Occidente pullula.

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