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Gli aiuti del mondo intero vanno ai palestinesi

Schizzate le somme versate per la Striscia: delle altre emergenze non importa più a nessuno. L'aiuto internazionale ai palestinesi è passato da 643,87 dollari pro capite nel 2023 a 917 nel 2024
di Maurizio Stefanini mercoledì 20 agosto 2025

4' di lettura

L'aiuto internazionale ai palestinesi è passato da 643,87 dollari pro capite nel 2023 a 917 nel 2024, secondo i dati Onu. È molto di più rispetto alla media di quanto non venga dato in altri contesti di grave emergenza umanitaria. In particolare, nello stesso periodo l'aiuto pro capite agli yemeniti è addirittura sceso, da 100,55 dollari a 84. Quello agli afghani è aumentato di pochissimo, da 70,93 a 75. Quello ai sudanesi è invece triplicato, da 26,78 a 75, ma resta di 12 volte inferiore a quello dei palestinesi, anche se questo rapporto sfavorevole si è dimezzato, visto che prima era 24 volte. Anche l'aiuto pro capite per la Repubblica Democratica del Congo è aumentato, da 39,39 a 57. Ma anche qui lo squilibrio a favore dei palestinesi è enorme: 16 volte! Va puntualizzato che quello dato ai palestinesi non è l'aiuto pro capite maggiore al mondo.

In testa vanno alcune realtà isolane in cui potenzialmente c'è già un costo di scala per arrivarci. Stando ai dati del 2023, in Oceania: Niue 15.097,96; Wallis e Futuna 13.112,85; Tuvalu 6.838,81; Tokelau 6.189.76; Nauru 3.201,44; Maresciallo 3148,22; Cuoco 1903,59; Palau 1619,15; Tonga 1230,70; Micronesia 1078,77. In Africa: Sant'Elena 3086,45. Nei Caraibi: Montserrat 2.263,15. Va peraltro ricordato che Niue, Tokelau e Cook appartengono con vari status alla Nuova Zelanda e Sant'Elena e Montserrat al Regno Unito, e quindi scattano anche meccanismi di quei Paesi. Tuvalu è lo Stato indipendente che teme di scomparire per l'innalzamento delle acque in seguito a riscaldamento globale per cui l'Australia gli sta dando vari aiuti, compreso il permesso di migrare agli abitanti.

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Anche Nauru è in una sfera di interesse dell'Australia, che qui ha ricollocato richiedenti asilo; mentre Marshall, Palau e Micronesia hanno ottenuto dagli Usa una indipendenza formale ma sono ancora da loro strettamente dipendenti. Insomma, il primo Paese non insulare, non minuscolo e in guerra come aiuto pro capite ricevuto era l'Ucraina. Nel 2023, 977,61 dollari. Prima dei palestinesi vennero poi lo Statarello caraibico di Dominica e quello oceanico di Kiribati: entrambi, di nuovo, insulari. E dopo i palestinesi abbiamo di nuovo le isole di Samoa, Vanuatu e Maldive, prima di arrivare ai 353,87 della Siria. E poi la Moldavia, le insulari Grenada e Salomone, il Libano, la Giordania, il Kosovo, la Macedonia del Nord.

Già nel 2023 i 224 miliardi di dollari che erano stati destinati all'Aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) dai Paesi dell'Ocse avevano rappresentato un massimo storico mai raggiunto prima: nel 2022 avevano toccato i 221 milioni. Effettivamente è stato l'aumento degli aiuti internazionali per far fronte alla guerra in Ucraina una delle ragioni maggiori di questa tendenza, oltre a un impulso generale per indirizzare maggiore assistenza umanitaria ai Paesi in via di sviluppo.

Con un +9%, nel 2023 l'aiuto dei Paesi Ocse allo Stato ucraino è arrivato a 40,5 miliardi di dollari, di cui la metà è rappresentata dalle sole istituzioni dell'Unione europea. Questo volume rappresenta la più grande quantità di Aps destinata a un singolo Paese in un solo anno, mai registrato nella storia. Ma nel 2023 l'assistenza internazionale è cresciuta anche verso la Cisgiordania e Gaza, con tempi preliminari che mostrano un aumento del 12% rispetto al 2022, raggiungendo 1,4 miliardi di dollari.

Di questi, 758 milioni sono stati sotto forma di aiuti umanitari, il che equivale al 91% in più rispetto al 2022. Bisogna peraltro ricordare che gli aiuti all'Ucraina iniziano nel 2022, mentre quelli palestinesi vanno avanti da un pezzo. Addirittura i rifugiati palestinesi con l'Unrwa hanno diritto a una agenzia Onu speciale, e distinta rispetto a quell'Acnur che si occupa di tutto il resto del mondo, con un diritto a ereditare lo status di rifugiati di padre in figlio che non esiste in nessun altro contesto.

Adesso Trump sta facendo tagli drastici, ma nel 2023 gli Stati Uniti avevano continuato ad essere il maggiore donatore di Aps tra i Paesi Ocse-Dac con 66 miliardi di dollari, pari al 30% degli aiuti totali, seguiti da Germania, istituzioni europee, Giappone, Regno Unito e Francia. Ma nella classifica internazionale solo quattro Paesi Norvegia (1,09%), Lussemburgo (0,99%), Svezia (0,91%), Germania (0,79%) e Danimarca (0,74%)- hanno raggiunto e superato il target dello 0,70% di Aps/Rnl fissati dall'Agenda 2030 delle Nazioni Unite. In questo quadro, l'Italia figura al di sotto della media Ocse, inoltre facendo registrare nel 2023 una depositata dell'Aps del -15,5% a causa dei minori esborsi negli aiuti bilaterali.

Secondo i dati dell'Ocse gli aiuti ai palestinesi ammontano a 40 miliardi di dollari erogati tra il 1994 e il 2020. Soldi per infrastrutture, sicurezza idrica, istruzione, sanità. La maggior parte degli aiuti, quasi il 72%, proviene da dieci donatori. I dati ufficiali dal 1994 al 2021, indicano al primo posto tra i finanziatori l'Unione europea con 7,6 miliardi di dollari. Seguono Stati Uniti, con 5.746 miliardi, e Arabia Saudita, con 4 miliardi.

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