CATEGORIE

L'8 settembre di Macron: i francesi sono stufi

di Mauro Zanon martedì 26 agosto 2025

3' di lettura

L’8 settembre, in Francia, potrebbe venire giù tutto. Ieri, nel quadro della conferenza stampa di presentazione del piano di risparmi da quasi 44 miliardi di cui la Francia ha bisogno per far respirare i conti pubblici, il primo ministro francese, François Bayrou, ha annunciato di aver chiesto al presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, di convocare una sessione straordinaria all’Assemblea nazionale per l’8 settembre.

In quell’occasione, l’esecutivo solleciterà la fiducia sulla questione del controllo delle finanze in seguito a una dichiarazione di politica generale e in caso di fallimento, ossia di sfiducia, «l’azione» sarà «impossibile», ha detto Bayrou. Che sarà dunque costretto a farsi da parte, a meno di un anno dalla sua nomina. «Francois Bayrou ha appena annunciato la fine del suo governo, indebolito dalla sua compiacente inazione. Rn non voterà mai la fiducia a un governo le cui scelte fanno soffrire il popolo francese. I nostri connazionali attendono un cambio di governo e il ritorno alle urne: noi siamo pronti», ha dichiarato il presidente del Rassemblement national (Rn), Jordan Bardella, in seguito alla conferenza stampa di Bayrou. Marine Le Pen, capogruppo dei deputati Rn all’Assemblea nazionale, ha confermato poco dopo che il partito sovranista voterà «ovviamente contro la fiducia del governo Bayrou». «Solo lo scioglimento consentirà ai francesi di scegliere il loro destino, quello del rilancio con il Rassemblement national», ha scritto Le Pen su X. Le speranze di essere ancora primo ministro dopo l’8 settembre sembrano ormai ridotte al lumicino per il leader del MoDem e alleato di Macron fin dal 2017.

Tutti i partiti di sinistra, tranne, per ora, il Partito socialista, hanno già dichiarato che voteranno la sfiducia. «Come si può riporre fiducia in una maggioranza che ha un bilancio così negativo, che ha causato così tanti danni dal 2017? Vogliamo una politica in grado di rispondere alle emergenze sociali e climatiche. Vogliamo un altro governo», ha detto Fabien Roussel, leader del Partito comunista. Gli ecologisti «non hanno fiducia in questo primo ministro che porta avanti un progetto irresponsabile sia dal punto di vista sociale che ambientale. Voteremo contro» ha rincarato la dose Marine Tondelier, segretaria dei Verdi francesi, seguita dalla France insoumise (Lfi), il partito della sinistra radicale. «I deputati Insoumis voteranno per far cadere il governo», ha affermato Manuel Bompard, coordinatore nazionale di Lfi.

Forse si spiega anche con la consapevolezza che l’autunno sarà caldissimo, tra proteste di piazza e un governo prossimo alla caduta, l’ipersuscettibilità dell’Eliseo per qualsiasi critica alla Francia sotto la gestione Macron. Dopo aver convocato l’ambasciatrice italiana a Parigi, Emanuela D’Alessandro, per alcuni commenti del leader della Lega Matteo Salvini giudicati “inaccettabili”, Macron ha deciso di fare lo stesso con il rappresentante diplomatico a Parigi degli Stati Uniti, Charles Kushner: “reo” di aver mosso una critica al modo in cui Parigi sta affrontando il problema dell’antisemitismo e anzi lo sta alimentando attraverso le sue decisioni pro Palestina e contro lo Stato ebraico.

«Le dichiarazioni pubbliche che fanno la paternale a Israele e i gesti a favore del riconoscimento dello Stato palestinese incoraggiano gli estremisti, alimentano la violenza e mettono in pericolo la vita degli ebrei in Francia», ha scritto Kushner nella lettera, pubblicata domenica sul Wall Street Journal. Kushner, manifestando la sua «profonda preoccupazione per l’ondata di antisemitismo in Francia», esorta Macron «ad agire con decisione, applicare le leggi sui crimini d’odio senza eccezioni, garantire la sicurezza delle scuole, delle sinagoghe e delle aziende ebraiche, e abbandonare le misure che legittimano Hamas e i suoi alleati». La lettera di Kushner, appoggiata dal portavoce del dipartimento di Stato americano Tommy Pigott – «L’ambasciatore Kushner è il rappresentante del governo degli Stati Uniti in Francia e sta svolgendo un ottimo lavoro nel promuovere i nostri interessi in tale ruolo» – ha suscitato una reazione veemente da parte del governo francese, che ha definito “inaccettabili” le accuse e deciso di convocare immediatamente l’ambasciatore. «(Le accuse, ndr) sono contrarie al diritto internazionale, in particolare al dovere di non interferire negli affari interni degli Stati (...). Inoltre, non sono all’altezza della qualità del legame transatlantico tra la Francia e gli Stati Uniti», ha detto un portavoce del Quai d’Orsay.

La presa di posizione di Kushner, tuttavia, non è isolata. E fa eco alla lettera inviata pochi giorni fa dal premier israeliano Benjamin Netanyahu, in cui quest’ultimo ha accusato Macron di alimentare «il fuoco antisemita» in Francia e ricompensare il terrorismo attraverso la sua decisione di riconoscere la Palestina in occasione dell’Assemblea generale dell’Onu a settembre.

tag
emmanuel macron
francia
marine le pen
eliseo
bayrou

Record Spread, nuovo minimo tra Italia e Francia a 6,8 punti

E ora come la mettiamo? I francesi si schierano con Salvini

Donzelli, "invece di difendere l'Italia la sinistra attacca Meloni"

Ti potrebbero interessare

Spread, nuovo minimo tra Italia e Francia a 6,8 punti

I francesi si schierano con Salvini

Massimo Sanvito

Donzelli, "invece di difendere l'Italia la sinistra attacca Meloni"

"Le Président" Macron colleziona insuccessi

Mario Sechi