La Francia resta senza premier per poco più di 24 ore: il presidente della Repubblica Emmanuel Macron ha scelto Sebastien Lecornu, attuale ministro della Difesa, come successore a Matignon al posto del dimissionario François Bayrou, sfiduciato lunedì pomeriggio dall'Assemblea nazionale. Secondo fonti dell'Eliseo Lecornu è stato incaricato di "consultare" le parti al fine di "costruire gli accordi essenziali per le decisioni dei prossimi mesi". Alla luce della polveriera francese, una missione assai complicata per il 39enne considerato il "pupillo" di Macron, che sarà il terzo premier nell'ultimo anno (il quinto dal 2022).
Da quando cioè il presidente francese, incassata la pesantissima sconfitta personale alle elezioni europee del giugno 2024, ha deciso di sciogliere le camere indire nuove elezioni politiche con il chiaro intento di gettare il panorama politico transalpino nel caos e impedire una vittoria netta tanto alla destra di Marine Le Pen quanto alla sinistra di Jean-Luc Melenchon. Obiettivo raggiunto, ma al prezzo di maggioranze inesistenti in Parlamento, una crisi perenne e sondaggi a picco proprio per Macron.
L'ultima vittima della strategia dell'Eliseo, come detto, è stato Bayrou, costretto a lasciare l'incarico dopo neppure nove mesi dall'insediamento e sfiduciato da 364 voti contrari. Per Lecornu il primo drammatico ostacolo sarà la legge finanziaria per il 2026, una manovra che si preannuncia lacrime e sangue e con i francesi sul piede di guerra: domani 10 settembre scenderanno in piazza i manifestanti anti-austerità di Bloquons tout, e saranno ore cariche di tensione e forse scontri e violenze da Parigi al resto del Paese. Se Lecornu riuscirà a diventare il 47esimo capo di governo della Quinta Repubblica francese, dovrà far fronte a un Paese che rispecchia il Parlamento: un Vietnam politico, sociale ed economico.
Lecornu ha superato altri papabili alla carica di premier come la ministra del Lavoro e della salute Catherine Vautrin, il ministro ormai uscente dell'Economia, Eric Lombard, e quello della Giustizia, Gerald Darmanin. Aveva escluso una sua nomina invece Xavier Bertrand, deputato di destra e presidente della Regione Hauts de France, secondo cui "Settembre 2025 è come settembre 2024", facendo riferimento al fatto che già lo scorso anno il suo nome era nel toto-premier dopo la caduta-lampo di Michel Barnier, durato una manciata di settimane.
La Le Pen aveva rigettato fin da subito l'ipotesi di nominare un "negoziatore" per trovare un primo ministro dopo Bayrou. "Già incapace di far uscire il Paese dal caos in cui è sprofondato da otto anni, la proposta di Gabriel Attal di nominare un mediatore equivarrebbe a nominare un arbitro per una partita quando tutte le squadre hanno già lasciato il campo", ha dichiarato su X. "I francesi non hanno bisogno di un'altra tavola rotonda di perdenti sul tema: 'come fallire meglio insieme'. Ciò che vogliono è un ritorno alle urne attraverso lo scioglimento del Parlamento".