Libero logo

Mark Zuckerberg, la presentazione finisce in disgrazia: un flop storico

di Giordano Tedoldidomenica 21 settembre 2025
Mark Zuckerberg, la presentazione finisce in disgrazia: un flop storico

(Ansa)

4' di lettura

Doveva essere un'altra tappa verso la supremazia dell'AI, il momento tanto paventato da scienziati, futurologi e indovini. Mercoledì il capo in persona di Meta, Mark Zuckerberg, presentava a un vasto pubblico di esperti e appassionati la seconda generazione dei suoi occhiali smart, un modello Ray-Ban iniettato di intelligenza artificiale, con tutta l'elettronica nella montatura che consente a chi li indossa di ricevere i preziosi consigli di Meta AI, l'intelligenza artificiale sviluppata dalla compagnia che ha dato vita a Facebook. Il primo passo verso l'uomo integrato all'AI: un elegante paio di occhiali. È andato tutto storto, una figuraccia che resterà negli annali della tecnologia e un monitor per chi si affida ciecamente, o meglio con un paio di tecno-lenti, all'oracolo digitale.

Il buon Mark era molto galvanizzato, il pubblico rapito attendeva il verbo, ma alla fine il padrone di Meta era imbarazzato come uno studente impreparato a un esame. Non solo gli occhiali non hanno portato nessun aumento cognitivo né «potenziato le abilità delle persone», come declamava Zuckerberg, ma non sono riusciti nemmeno a spiegare allo chef Jack Mancuso, collegato in diretta streaming, come preparare una salsa per la bistecca.

Meta: "Useremo i tuoi dati per allenare l'IA". Come difendersi

Meta, l'azienda di Mark Zuckerberg, utilizzerà i dati pubblici degli utenti per allenare l'Intelligenza A...

In un maxischermo lo chef, presentato da Zuckerberg, ha iniziato con il classico «Hey Meta!» per risvegliare l'assistente vocale, poi gli ha chiesto di far partire la funzionalità Live AI dei Ray-Ban che aveva sul naso. Fin qui tutto liscio. Quindi si è messo a scrutare gli ingredienti allineati sul tavolo, e le lenti superintelligenti li hanno riconosciuti, l'AI si è complimentata al suo solito modo ruffiano (ma perché la programmano così?) circa l'adorabile insieme di «salsa di soia e altri ingredienti», e ha chiesto come potesse essere utile. Lo chef, raccogliendo il suggerimento di Zuckerberg che aveva lanciato l'idea di qualcosa in stile coreano (forse pensando alle vendite in quel mercato, notoriamente appassionato di gadget tecnologici?), ha domandato all'AI la ricetta della fatidica salsa per il suo panino alla carne.

Imperturbata, la suadente voce femminile ha risposto: «Puoi fare una salsa in stile coreano con la soia e l'olio di sesamo», cioè si è messa ad elencare gli ingredienti già preparati sulla tavola. Interrompendola, lo chef ha riprovato: «Cosa devo fare per prima cosa?». Silenzio di tomba. «Cosa devo fare per prima cosa?», ha ripetuto il cuoco. «Hai già messo insieme gli ingredienti principali. Ora grattugiare la pera nella salsa».

Questo scambio degno di una commedia di Ionesco ha messo la pietra tombale sulla dimostrazione, che portava il pomposo titolo di Meta Connect 2025 livestream. Un sorriso misto di imbarazzo e scherno è irresistibilmente apparso sulle labbra dello chef, che non ha trovato di meglio che ripetere per la terza volta: «Cosa devo fare per prima cosa», provocando la risata del pubblico. Giustamente, gli occhiali smart hanno pure loro ribadito il loro punto di vista, cioè che quello stupido di umano aveva già preparato la base della salsa (no), e che quindi era il momento di grattugiarci dentro la pera (ovvio). Lo spettacolo è diventato ancora più penoso quando, di fronte al fallimento, lo chef ha incolpato la connessione Wi-Fi e ha chiuso con un «la linea torna a te, Mark». Il genio di Facebook era già pronto a dire «va tutto bene» tra le acclamazioni, gli applausi e le risate del pubblico, ea fornire la sua versione della disfatta: «L'ironia di tutta questa faccenda è che passi anni a sviluppare tecnologia e poi il Wi-Fi quel giorno ti frega».

Cosa? Mark Zuckerberg presenta l'ultimo prodotto di Meta AI, una delle aziende che stanno investendo fantastiliardi nella ricerca e sviluppo per creare i replicanti di Blade Runner e «quel giorno il Wi-Fi» salva la razza umana? Be', possiamo dormire tranquilli. Anche perché Zuckerberg non è stato l'unico a pestare una cacca in una presentazione di qualche mirabolante innovazione. Ricordiamo Elon Musk che sfoggiava la blindatura del Tesla CyberTruck, il pick-up a propulsone elettrica e, secondo il suo creatore, a prova di martellate. Chiamò un suo collaboratore e gli disse di lanciare una sfera di metallo contro il finestrino. Tutti si aspettavano che sarebbe rimbalzata come una pallina da tennis, invece si conficcò nel vetro crepato.

Problemi con il Wi-Fi li ebbe anche il compianto Steve Jobs quando, di fronte al suo adorante pubblico, cercò di collegarsi dall'allora nuovo iPhone 4 al sito del New York Times, per mostrare la facilità con cui dal telefonino si poteva navigare su Internet. Appare una clamorosa schermata di errore. Infine, forse l'epic fail più famigerato, quando Bill Gates illustrò il supporto Usb del sistema operativo Windows 98 e si manifestò il mitico “blue screen of death”, il mortale schermo blu, il segno del blocco irreversibile. Saranno pure eccezioni ma se queste tecnologie impazziscono perfino nella prima uscita in pubblico, quando dovrebbero essere perfettamente testate, sarà bene non fidarsi troppo.

The Social Network 2, Jeremy Strong diventa "mister Facebook" al cinema

L’attesa per il secondo atto è alta. The Social Network 2 parlerà di cosa è successo dopo la ...