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Hamas viola i patti: consegnati solo 4 degli ostaggi morti

di Dario Mazzocchimartedì 14 ottobre 2025
Hamas viola i patti: consegnati solo 4 degli ostaggi morti

3' di lettura

Da una parte i volti degli ostaggi israeliani e dei loro familiari che si riabbracciano dopo oltre 700 giorni, con un’emozione senza eguali; dall’altra, l’agonia che non finisce per chi vorrebbe almeno dare un ultimo saluto a chi non è riuscito a sopravvivere alla prigionia nei cunicoli di Hamas. C’è un risvolto opaco nella storica giornata di ieri: l’organizzazione terroristica ha infatti restituito solo quattro corpi dei ventotto prigionieri deceduti ancora nelle sue mani, venendo meno a uno dei punti chiave degli accordi raggiunti nei giorni scorsi.

Così il ministro della Difesa di Israele, Israel Katz, ha subito lanciato l’allarme: «L’annuncio di Hamas riguardo alla restituzione di quattro corpi rappresenta un mancato rispetto degli impegni», ha commentato in un post su X. «Qualsiasi ritardo o rifiuto deliberato verrà considerato come una violazione dell’accordo e sarà affrontato di conseguenza», ha rimarcato. Il recupero di tutte le salme degli israeliani, nessuna esclusa, è «la missione urgente in cui tutti ora siamo impegnati».

Una missione che va portata a termine, ma il timore è che possa non essere completata. Alcune fonti israeliane anonime hanno riferito che fino a quindici corpi potrebbero non essere più recuperati: già prima dell’entrata in vigore del cessate il fuoco, Hamas aveva chiesto tempo per riuscire a rintracciare i cadaveri degli ostaggi, lasciando intuire che non fosse in grado di ritrovare i resti dei civili israeliani deceduti nel corso della prigionia. Un timore che si è tramutato in un terribile riscontro.
Secondo una copia dei patti per la cessazione delle ostilità rilanciata dai media israeliani, Hamas era obbligata a consegnare i resti di tutti gli ostaggi deceduti entro il mezzogiorno di ieri; allo stesso tempo, il documento sembra ammettere che tanto il gruppo terroristico quanto altre fazioni a esso collegate non siano in grado di localizzare tutti i corpi. Tuttavia, come riportato anche dal Jerusalem Post, diversi osservatori si aspettavano che un numero più consistente di ostaggi deceduti venisse restituito già ieri e che per gli altri fosse necessario aspettare qualche giorno.

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CHI SONO

Le bare sono state consegnate da Hamas alla Croce Rossa, che le ha poi portate alle truppe israeliane a Gaza. Le Forze di Difesa israeliane affermano di aver portato i corpi fuori dalla Striscia dopo una breve cerimonia in loro memoria. I quattro corpi tornati a casa sono quelli di Guy Illouz, Yossi Sharabi, Bipin Joshi e Daniel Perez, tenente dell’Idf, l’esercito israeliano.

Illouz aveva 26 anni ed era un tecnico del suono per la band HaYehudim: era finito nelle mani dei terroristi durante l’attacco al festival di Nova e si ritiene che sia morto in un ospedale per le ferite subite e la mancanza di cure mediche adeguate. Sharabi, 53 anni, era invece originario del kibbutz Be’eri: suo fratello Eli è stato liberato lo scorso 8 febbraio.

Anche Bipin Joshi, studente ventitreenne di agricoltura di origini nepalesi, era stato catturato in un kibbutz, ad Alumim: era arrivato in Israele solo da tre settimane, come aveva avuto modo di confermare in un video registrato poco dopo la cattura. Quanto a Daniel Perez, 22 anni, apparteneva alla Settima Brigata corazzata e aveva perso la vita negli scontri con Hamas del 7 ottobre 2023: era originario del Sudafrica e si era trasferito in Israele nel 2014 con la sua famiglia. Suo padre Doron è rabbino.
Secondo le testimonianze raccolte, Daniel era riuscito a mettere in salvo molti dei suoi compagni e diversi civili, prima che il carro armato su cui si trovava venisse circondato dai miliziani di Hamas.