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Australia, la targa ILDUCE diventa un caso politico

venerdì 21 novembre 2025

2' di lettura

Alla fine Benito Mussolini terrorizza anche l'Australia. La vicenda, dai tratti surreali, sta facendo discutere la regione del Nuovo Galles del Sud, diventando ben presto un caso tra lo storico e il politico. E se non fosse quasi grottesca, farebbe gridare qualcuno alla famigerata "onda nera" anche a migliaia e migliaia di chilometri di distanza.

Protagonista è un signore, di nome Eddie, che poche settimane fa ha acquistato per la sua auto una nuova targa personalizzata, come da leggi australiane, scegliendo la parola ILDUCE. Ovviamente, un riferimento proprio al dittatore italiano. 

Costo dello sfizio? 900 euro. Formalmente, però, il proprietario dell'auto (e della targa) ha spiegato che la politica non c'entra, tantomeno una presunta nostalgia per il Fascismo. C'entra, piuttosto, il lavoro: Eddie avrebbe voluto far notare a tutti il suo ruolo dirigenziale di alto livello in un'azienda. Insomma, più che Dux, leader. 

Purtroppo per lui, però, molti automobilisti non hanno colto il nesso e hanno inviato una segnalazione alla Transport for NSW, l'agenzia responsabile delle immatricolazioni nella regione. Motivo: proprio per i suoi rimandi politici, è stata considerata "offensiva" nonché provocatoria in uno Stato come l'Australia che ha sì rigidissime regole in materia di immigrazione (in Italia sarebbero giudicate, esse sì, para-fasciste) ma che dal punto di vista sociologico e culturale è un vero melting pot, da decenni punto d'approdo per persone desiderose di farsi (o rifarsi) un futuro da tutti gli angoli del globo. 

La notizia è diventata di dominio pubblico ed è finita su molti giornali nazionali. Per questo Eddie, intervistato da Radio 2GB, ha pensato bene di difendersi parlando di due pesi e due misure. Perché, ha domandato provocatoriamente, le ben più offensive targhe come "44YRI" (che in arabo significa "f*** you") sono rimaste in circolazione?

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