Dopo Romano Prodi, ecco anche Antonio Padellaro. In un’intervista rilasciata al Secolo d’Italia, il giornalista ed editorialista del Fatto Quotidiano mena fendenti contro l'attuale centrosinistra. Partendo da un dato di fatto ormai evidente - un’opposizione debole e frammentata - Padellaro denuncia il degrado del linguaggio politico e l’assenza di una proposta credibile. Come detto, il tutto in scia a quel Prodi che da Lilli Gruber, a Otto e Mezzo, ha affermato che, a suo giudizio, "la sinistra ha voltato le spalle all'Italia", per poi aggiungere che la "democrazia non è in pericolo", smentendo rovinosamente le sparate di Elly Schlein al recente congresso del Pse che si è tenuto in Portogallo.
Tesi sposate da Padellaro, secondo il quale l'opposizione "scivola nella scorciatoia dell’insulto", mutuando un linguaggio social che ha contaminato la politica. Padellaro non fa sconti: “Il linguaggio dei social, con la sua semplificazione aggressiva, ha contaminato la politica, che ha perso il senso della misura. Gli insulti sessisti o le battute da bar, come quella della ragazza pon pon rivolta a Giorgia Meloni, non servono a nulla. Voglio essere pratico e dico che non portano voti e che, anzi, indeboliscono l’opposizione", spiega al Secolo.
Secondo il giornalista, "continuare a gridare al pericolo fascista ogni volta che il governo agisce è grottesco. La Meloni non ha anticipato nessuna marcia su Roma. Se la sinistra vuole tornare competitiva deve smettere di vivere di riflessi ideologici e proporre un progetto alternativo. Su questo i giornalisti, gli intellettuali, i politici dovrebbero riflettere seriamente", picchia durissimo.
E ancora, Padellaro rimarca come "il fatto che le opposizioni non guadagnino consensi e che la popolarità della Meloni resti stabile" sia la prova tangibile della crisi del centrosinistra. "È un problema internazionale: lo vediamo con Donald Trump negli Stati Uniti, con Javier Milei in Argentina, con Marine Le Pen in Francia. La destra cresce perché la sinistra non offre risposte concrete. Non basta dire Meloni sbaglia tutto, o ripetere gli slogan di rito come venga a riferire in Parlamento. Serve un pensiero nuovo, una visione. Che non c’è, evidentemente", spiega con chiarezza e lucidità.
Padellaro chiarisce ulteriormente il suo punto di vista: "Ho sempre votato per partiti di centrosinistra: laici, socialisti, poi Pd e anche 5 Stelle. Vorrei che quella parte politica tornasse a vincere, ma temo che, come disse Nanni Moretti ai tempi del berlusconismo, ‘con questi dirigenti non vinceremo mai’. Spero solo che quella frase non torni drammaticamente attuale", conclude Padellaro, fresco di pubblicazione di Antifascisti immaginari (Paper First, in libreria dallo scorso aprile), un pamphlet con cui smonta la retorica di una sinistra ossessionata dal fantasma del fascismo perché a corto di argomenti.