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Toghe assassine nel Paese del Vudù e dei morti viventi

La surreale vicenda di Jean Hernest Muscadin, una sorta di Di Pietro della selvaggia Haiti
di Giovanni Longoni lunedì 8 dicembre 2025

2' di lettura

La separazione delle carriere ad Haiti non si applica al giudice e al suo boia. Jean Ernest Muscadin è il magistrato che da gennaio 2019 dirige l’ufficio del pubblico ministero di Miragoâne, nel dipartimento delle Nippes, e per molti haitiani è un simbolo di speranza in un contesto di violenza diffusa.

La sua determinazione nel contrastare la criminalità nella regione del “Grand Sud” ha conquistato l’approvazione della gente e della diaspora haitiana. In un paese dove le gang controllano vaste porzioni del territorio e le istituzioni appaiono impotenti, il magistrato è considerato uno dei funzionari pubblici più efficaci della Repubblica. Il problema è che il magistrato non si limita al suo mestiere di pubblico ministero. In effetti ad Haiti, isola del generale Louverture, di francese c’è ancora molto, sistema giudiziario incluso. Muscadin, come un Di Pietro nero, indaga e persegue i criminali. Poi però li giudica e, nel caso, li passa pure per le armi. Alla gente come detto piace per questo, mentre le associazioni per i diritti civili storcono il naso.

Il Réseau national de défense des droits humains (RNDDH), principale organizzazione locale per la tutela dei diritti umani, ha denunciato il comportamento di Muscadin come «anti-deontologico» e ne ha richiesto la destituzione. Secondo il RNDDH, il magistrato avrebbe operato direttamente nelle strade, armato, inseguendo e uccidendo criminali. Le cifre sono impressionanti: fino a novembre 2024, Muscadin avrebbe ucciso circa venti persone, con oltre una dozzina di casi aggiuntivi nei primi mesi del 2025, per un totale che supera i trenta gangster eliminati.

Si tratta di vere e proprie esecuzioni extragiudiziali, condotte al di fuori di qualsiasi procedura legale, violando i principi fondamentali dello stato di diritto. D’altra parte, le forze di polizia e molti colleghi di Jean Ernest sono collusi con i criminali, o nella migliore delle ipotesi hanno paura o si sentono impotenti. Ad Haiti la criminalità lascia sul terreno circa 5mila morti l’anno.

*** Le autorità boliviane hanno ordinato l’arresto di quattro magistrati del Tribunale costituzionale che mantenevano il proprio incarico anche dopo la scadenza del mandato, avvenuta nel 2023. I quattro - scelti con voto popolare avevano iniziato le proprie funzioni nel 2017 per un periodo di sei anni al cui termine, nel 2023, si erano «autoprorogati». L’ordinanza di arresto immediato è stata emessa da un giudice di Santa Cruz in risposta a un ricorso presentato da un cittadino contro i magistrati Gonzalo Hurtado, Yvan Espada, Julia Cornejo e Karem Gallardo, tutti residuati dell’era “rossa” Morales-Arce.

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Redazione