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Vladimir Putin, Volodin e la balla spaziale (che lo zar si è bevuto)

di Roberto Tortora giovedì 11 dicembre 2025

2' di lettura

Il Cremlino adesso è in forte imbarazzo. L’aria è quasi funerea, gli sguardi cupi, le tipiche posture da governatori del mondo accusano un ingobbimento. Il presidente della Duma, Vyacheslav Volodin, l’ha fatta grossa e proprio davanti a Vladimir Putin. Volodin, infatti, ha voluto inaugurare i lavori della Csto (Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva, una specie di NATO post-sovietica, ndr) con un monito epocale: l’intelligenza artificiale sarebbe una sfida titanica, certo, e “va incentivata, ma anche controllata”.

Parole, fin qui, condivisibili e neutrali. Il pericolo, però, è dietro l’angolo e si manifesta quando Volodin spiega le sue idee tirando in ballo un esempio “reale”, raccontando cioè la storia di “un paese dell’Unione europea” che avrebbe creato il primo ministero gestito interamente da un ministro artificiale. Un po’ come alcune palestre h24 di oggi, completamente artificiali. Peccato che, secondo il racconto, l’esperimento fosse finito malissimo: il ministro-robot sarebbe stato addirittura accusato di appropriazione indebita.

A quel punto Putin ascoltava impassibile, non lasciando trasparire il benché minimo dubbio. C’è solo un dettaglio. La notizia era totalmente falsa. Non una svista, non un malinteso: una bufala partorita da Newsbar, sito satirico croato. Volodin, o chi gli prepara i discorsi, l’ha presa come fosse un rapporto dei servizi segreti. Un ministro dell’intelligenza artificiale esiste davvero, sì, ma in Albania. Si chiama Diella, è parte del sistema anticorruzione del governo di Tirana e si occupa di controllare gli appalti pubblici. Non ruba bitcoin, non scappa nei Balcani. Tutto questo appartiene solo e soltanto alla parodia di Newsbar, che ha chiaramente scritto la storia per far ridere i lettori, con la morale che “nei Balcani neppure l’intelligenza artificiale può resistere alla corruzione”. Insomma: il Paese che più di tutti usa una strategia comunicativa politico-militare fuorviante per ottenere i propri scopi si è fatto fregare dalla satira europea. Il falso diventa vero e viceversa e una barzelletta entra nel Cremlino travestita da minaccia globale. Putin ascolta serio: tutti gli altri ridono. E per il povero Volodin, adesso, sono ore complicate.

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