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Trattori, la protesta è contro le politiche Ue: chi sono i veri nemici dell'ambiente

Gianluigi Paragone
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Perché così tanti trattori si sono mossi contemporaneamente da diversi Stati contro l’Europa? C’è una sola risposta: perché con le sue riforme, Farm to Fork in testa, la Commissione ha fatto intendere che gli agricoltori siano nemici dell’ambiente, che siano inquinatori e pertanto da trattare come le fabbriche che inquinano. Non solo, con le sue indicazioni alimentari illustrate in pompa magna con Bill Gates, Ursula von der Leyen ha indicato anche la vita del nuovo benessere. E allora uno si domanda: perché Bill Gates? Perché il fondatore di Microsoft è oggi il primo latifondista privato americano, è un imprenditore che sta scommettendo sulle nuove tecnologie da applicare nel campo alimentare. Detto ancor più semplicemente, sta scommettendo sul cibo sintetico, sulla carne coltivata.

Accanto alla von der Leyen c’è poi quell’altro campione di fanatismo green che è stato il suo vice, Frans Timmermans, papà del Green Deal, il quale si era dimesso dalla Commissione nella convinzione di vincere le elezioni in Olanda. Risultato? Vittoria netta per Geert Wilders, l’uomo nero. Decisivi per la vittoria di Wilders sono stati anche quegli agricoltori che Timmermans aveva umiliato nel suo processo di cambiamento dell’agricoltura a favore del cibo sintetico, dal latte alla carne. Uno dei motivi della recente rivolta degli allevatori olandesi è stata proprio contro l’abbattimento del 30% delle mandrie bovine.

 

PARADIGMA - Farm to Fork, Nutriscore e altre normative made in Ue sono il paradigma ecosostenibile contro il quale dalla Germania all’Italia, dalla Francia alla Spagna, si è mosso il popolo dei trattori; Bruxelles capolinea dello scontro, epicentro del sisma. A Bruxelles gli agricoltori ci hanno messo la faccia, hanno dato battaglia dura per difendere il loro diritto a esistere, un diritto che non passa affatto dai contributi ma dalla difesa di un mondo rurale che è il primo baluardo a tutela dell’ambiente, la prima sentinella ecosostenibile sempre attiva. Da Bruxelles poi ognuno ha creato una piattaforma di rivendicazione verso le istituzioni locali: in Germania contro l’eliminazione delle agevolazioni sul gasolio, per esempio. In Italia, sull’Irpef ma ancor più su un intervento normativo fermo al 2019 a favore del giusto riconoscimento dei costi di produzione, perché il divario con i profitti della grande distribuzione è davvero eccessivo.

Temi nazionali che sono un pezzo complementare in una battaglia che vede in primo luogo il popolo dei trattori in marcia contro Bruxelles, perché è lì che si gioca la partita. Gli agricoltori ci mettono la faccia a differenza di quel che fanno i grandi gruppi, i quali agiscono dietro le quinte coi loro lobbisti: ecco la grande differenza di metodo ed ecco perché è giusto stare dalla parte degli agricoltori. Le istituzioni europee stanno stravolgendo l’agricoltura per costruire un mondo “altro” dove gli interessi sono colossali e fintamente green.

 

 

IL PARADOSSO - Il paradosso più evidente è che la Commissione ha trasformato gli allevatori in nemici dell’ambiente e le vacche in fabbriche inquinanti, senza sapere che le emissioni zootecniche si degradano in una decina d’anni e comunque non possono minimamente essere messe sullo stesso piano degli inquinatori. La sospensione del regolamento Sur è l’ammissione che gli agricoltori sono stati tenuti sempre fuori dal processo decisionale, a differenza di chi - ripeto - attraverso il lobbismo è intervenuto per scrivere le nuove regole del gioco. I trattori (che siano in marcia o al lavoro) sono la garanzia della filiera agroalimentare, della sua qualità e della nostra identità. Un patrimonio inestimabile.  

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