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Jean-Claude Juncker: "Temo l'estrema destra, Meloni partner poco affidabile"

mercoledì 3 luglio 2024

2' di lettura

"Vorrei esprimere un desiderio: vorrei credere che l’Italia, un Paese che amo, rimarrà un grande artefice dell’integrazione europea. Perché senza un’Italia attiva e costruttiva, l’Europa non sarebbe più quella di adesso. L’Italia non ascolti chi semplifica troppo le sfide del nostro tempo e offre ai cittadini risposte semplici e semplicistiche". Inizia così la lunga intervista che l'ex presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha rilasciato al Corriere. Tra i tanti temi trattati, il ruolo di Giorgia Meloni nella futuro Unione europea e la grande avanzata della destra di Marine Le Pen in Francia.

"Se il Ppe facesse una coalizione formale con Fratelli d’Italia o con altre forze di estrema destra - ha spiegato Juncker - perderebbe l’appoggio del gruppo socialista e liberale, quindi il Ppe sarebbe mal consigliato. Meloni in Europa ha giocato la partita fino a ora. Ma non ho dimenticato le argomentazioni all’epoca delle elezioni italiane, quello che ha detto sull’Europa prima di prendere posto intorno al tavolo del Consiglio europeo. O non ha detto la verità prima o adesso: sarebbe comunque - ha poi aggiunto - un partner molto poco affidabile".

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Non tanto la leadership italiana ed europea di Giorgia Meloni. Ciò che più preoccupa l'ex presidente della Commissione europea è il grande risultato al primo turno delle elezioni legislative in Francia per Rassemblement National. "Il progresso dell’estrema destra in Francia come altrove in Europa mi suscita una certa dose di pessimismo perché non credo che le soluzioni propugnate in Francia come altrove rappresentino una risposta ai problemi attuali. Temo che la Francia diventi un Paese ingovernabile - ha confessato Juncker -, perché molto probabilmente non avrà una maggioranza funzionante all’Assemblea Nazionale e quindi il ruolo della Francia in Europa rischia di non essere più quello di adesso".

Secondo Juncker, con il possibile nuovo assetto politico in Francia e le difficoltà che sta affrontando il cancelliere Olaf Scholz in Germania, l'Unione europea non sarebbe per la prima volta ad attrazione franco-tedesca. Una novità della quale non ci si dovrebbe rallegrare. "La Francia è uno dei grandi Paesi europei - ha sottolineato l'ex presidente della Commissione -. Se da lunedì prossimo fosse ingovernabile, avremo un elemento del tradizionale motore dell’Europa che sarà in panne. Se questa nuova debolezza francese si aggiungerà a una perdita di influenza della Germania, che è già percepibile dal momento che spesso il governo tedesco, composto da tre partiti molto spesso in disaccordo, non riesce ad avanzare, il motore franco-tedesco non avrà più il ruolo che aveva una volta e quindi bisognerà vedere quali saranno le conseguenze immediate. Non si deve però sovrastimare la coppia franco-tedesca, ci sono altri attori accanto a loro. Ma - ha poi concluso - non si può essere positivi".

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