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Patrioti di Orban contro la Ue: "Azioni legali contro il cordone sanitario"

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A pochi giorni dalla rielezione di Ursula von der Leyen a presidente della Commissione, stanno già arrivando le prime rappresaglie dall'opposizione. "Il cordone sanitario attutato nei confronti del gruppo dei Patrioti per l'Europa da parte del Ppe e dagli altri gruppi al Parlamento europeo è oltraggioso e inaccettabile - ha dichiarato la vicepresidente del gruppo dei Patrioti Kinga Gàl -. Non rispetta i risultati elettorali e il voto di milioni di elettori, siamo il terzo gruppo più numeroso all'Eurocamera. Ci assicureremo di usare tutti i mezzi legali a nostra disposizione, studieremo tutte le procedure interne per capire se è possibile adire alla Corte di Giustizia Ue".

Una posizione in linea con quanto era già stato dichiarato dal capo delegazione della Lega al Parlamento europeo Paolo Borchia. "Il cordone sanitario messo in atto dai gruppi di maggioranza del Parlamento europeo, purtroppo anche da partiti italiani, è un attentato alla democrazia - ha spiegato l'eurodeputato -. Negare incarichi che spettano al gruppo dei Patrioti, come presidenze e vice presidenze delle commissioni parlamentari, che servono anche come ruoli di garanzie al corretto funzionamento del sistema del Parlamento, è un gesto vergognoso che definisce tutta la pochezza politica di forze che insultano non solo rappresentanti eletti, ma - ha poi aggiunto - soprattutto il voto libero e democratico di milioni di cittadini europei". 

Secondo Borchia, è solo questione di tempo. Prima o poi i cittadini europei si ribelleranno alle urne per cambiare questa Unione. "La Lega e il gruppo dei Patrioti combatteranno con ogni mezzo e in ogni sede questo abominio istituzionale - ha sottolineato il leghista -. Il cordone attuato nella precedente legislatura non ci ha impedito di bloccare le eurofollie di questa maggioranza e ci ha fatto crescere ancora di più alle urne: accadrà ancora. Il tempo - ha poi aggiunto - è galantuomo e se ne pentiranno amaramente: si tengano le vice presidenze, noi ci teniamo la dignità".

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