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Dazi, negoziati al culmine? E Lagarde se ne va in vacanza fino a metà settembre

di Sandro Iacometti venerdì 25 luglio 2025

3' di lettura

Tanti saluti e buone vacanze. No, non è una maestra che si congeda dai suoi alunni alla fine dell’anno scolastico e neppure un istruttore alla cena estiva di fine corso. A dare appuntamento all’11 settembre, quando è prevista la prossima riunione è Christine Lagarde, che di mestiere fa il capo della Banca centrale europea. Avete presente l’autorità monetaria del Continente, quella che con le sue politiche monetarie dovrebbe proteggere la nostra economia dagli scossoni mondiali? Ecco, è proprio lei. Ieri, dopo otto riunioni in cui ha sforbiciato i tassi di interesse, la Lagarde ha deciso di prendersi una pausa, lasciando tutto invariato. Mossa ampiamente prevista. Nessuno, però, si aspettava che la pausa sarebbe durata fino all’autunno, considerato che il primo agosto scatteranno i dazi Usa al 30% sui prodotti Ue, che ogni ora è buona per raggiungere un possibile accordo al 15% e che la questione tariffe è strettamente legata allo squilibrio valutario tra euro e dollaro (il primo si è apprezzato di circa il 13% sul secondo, rappresentando un pesante dazio occulto) su cui le banche centrali possono intervenire. Ebbene, al termine della conferenza stampa in cui la presidente ha ribadito la sua difficoltà nel prevedere gli andamenti dell’economia (prima si conoscono i dati e poi si prendono le decisioni) e nello stabilire una rotta di navigazione sicura prima che arrivi il temporale, la Lagarde ha salutato i giornalisti dicendo, testualmente, «vi auguro buone vacanze» all’insegna «dell’aspettiamo e vediamo».

In inglese suona leggermente meglio, wait and see, ma la sostanza cambia poco. Così come quello che c’è dietro: il rischio di non riuscire per la seconda volta a prevedere la bufera. E qui non si tratta di opinioni. Come ha ammesso più volte la stessa Lagarde, la Bce nel 2022 aveva sottovalutato la forza e la successiva persistenza dell’inflazione, a differenza della Fed che invece aveva tempestivamente iniziato a rialzare i tassi per prevenire lo tsunami. Il risultato lo conosciamo tutti: una continua rincorsa che non è riuscita a contenere in tempi rapidi il carovita e ha depresso l’economia Ue che dopo il Covid aveva compiuto un prodigioso rimbalzo. La lezione, evidentemente, non è servita. La strategia della Lagarde è rimasta immutata. Nessuna rotta stabilita, niente certezze per imprese e investitori, nessuna previsione. Si agisce solo a cose fatte. Quando magari l’uragano è già arrivato e nessuno si può salvare. Come fosse il manuale delle Giovani Marmotte, la capa della Bce ieri ha snocciolato i punti che orienteranno il suo lavoro: «Primo, mantenere l'inflazione al 2%; secondo, decidere riunione per riunione: terzo, l'approccio dipenderà dai dati; quarto, no prendere nessun impegno in anticipo». Un vademecum che forse permetterebbe di guidare la nostra banca centrale anche uno studente di economia al primo anno. Ma tant’è. «I mercati vorrebbero maggiore anticipazione», ha ammesso la Lagarde, «ma questo non è possibile». Siamo, ha aggiunto, «in una buona posizione per aspettare e vedere». Che messa così sembra più un precetto di un monaco zen che una strategia di politica monetaria.

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La giustificazione è che «l’incertezza è eccezionale». Per questo la Bce «non ha come obiettivo alcun livello del tasso di cambio». Che sarà però «monitorato, perché ha un ruolo nelle previsioni 'inflazione». E indovinate come ha risposto la presidente dell’Eurtower a chi gli chiedeva se la prossima mossa della Bce sarà un taglio o un rialzo dei tassi? «Il futuro lo dirà», ha spiegato la Lagarde, dando la sensazione di trovarsi di fronte ad uno di quegli indovini da cabaret che azzeccano i numeri solo dopo che sono usciti. Tesi confermata più volte nella conferenza stampa. «Se le tensioni commerciali dovessero risolversi rapidamente, si toglierà incertezza e così potremmo anticipare e prevedere l'impatto sui dazi che si decideranno. Non escluderei nulla comunque...», ha di nuovo rassicurato la Lagarde. Comunque, se oggi o domani dovesse sciogliersi l’incertezza, per qualsiasi iniziativa bisognerà aspettare a settembre. Prima, cribbio, si va in vacanza. E non è escluso che per il suo relax, mentre infuria la guerra commerciale, la Lagarde scelga proprio l’Italia. Negli ultimi anni, infatti, è stata avvistata più di una volta sul lago di Como. Del resto, vuoi mettere l’acqua piatta rispetto al rischio di onde e cavalloni?

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