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Lagarde al mercato "scopre" i rincari

L'ex direttrice del Fondo Monetario Internazionale ha scoperto la primissima trincea dell’economia reale, nelle vesti del mercato di Sant’Ambrogio a Firenze
di Giovanni Sallusti mercoledì 29 ottobre 2025

3' di lettura

A volte, bisogna lasciar parlare le immagini. A volte, ci sono immagini che squadernano la verità nella forma pura dello “svelamento”, ben prima di qualunque nostra considerazione intellettualistica, per usare il linguaggio del filosofo Martin Heidegger. Ma anche senza inerpicarsi su sentieri impervi, basta osservare la fotografia a corredo di questa pagina.

È un romanzo della contemporaneità, dei suoi testacoda, obiettivamente anche della sua tonalità comica. Christine Madeleine Odette Lallouette, coniugata Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea, già direttore del Fondo Monetario Internazionale, già presidente del Cda del colosso legale Baker McKenzie, scopre la primissima trincea dell’economia reale, nelle vesti del mercato di Sant’Ambrogio a Firenze. Attenzione, il contrasto non è frutto di una sbandata pauperista di chi scrive. Il punto non è che la signora rappresenti l’oligarchia tecno-finanziaria globale, il punto è come si sta in situazioni non oligarchiche, diciamo nel mondo della vita (vera).

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Margaret Thatcher, che fu una leader potentissima, secondo gli aneddoti ogni mattina appurava il costo dei generi di prima necessità, tra cui il cartone di latte. Silvio Berlusconi, che in Italia sommò forse come nessuno potere e ricchezza, era perfettamente a suo agio anche al mercato rionale, dove anzi innescava l’empatia immediata del commercio. Madame Lagarde (e di nuovo non è un articolo, è la didascalia della foto) vorrebbe tanto avvicinare la mano ai fagiolini in mostra sul bancone, sa che deve farlo, sa che deve apparire come un gesto meccanico inscritto nella sua quotidianità a Francoforte sul Meno. Ma non ce la fa, ha superato bene le zucchine (il cui diametro anni fa l’Unione Europea provò a regolamentare per tabulas, e invece sono ancora così maledettamente disomogenee) ma non riesce ad afferrare il fagiolino, dannato legume che senza la traversata di quel maschio bianco colonialista di Colombo non ci sarebbe neppure, sul Vecchio Continente, e potremmo mangiare tutti insieme democraticamente le brioches, oligarchi e popolo. Né riesce a trattenere una smorfia perplessa, più che disgustata (lì saremmo già, anche se per negazione, nel campo del gusto, qui siamo a monte, c’è un problema di rango).

E dire che doveva essere un sorriso complice ad uso di selfie e della comunicazione istituzionale, la quale però se traslata dal board francofortese agli scaffali fiorentini può prendere pieghe inaspettate. «Puntiamo sul parlato», deve suggerire qualche spin doctor evidentemente non in giornata, e il risultato non migliora. «Cosa mi piacerebbe comprare al mercato? Mi piacerebbe prendere tutto qui».

Ottimo, in due frasi ci ha ricordato che lei potrebbe farlo, mentre noi siamo lì sudaticci a spuntare prodotti dalla lista e avvitarci sui centesimi. «Quando vado al mercato compro frutta, verdura e formaggi», e potrebbe chiuderla qui, con un virgolettato non esattamente intinto nel canone della verosimiglianza, ma le sovviene la genialata. «Ah, e ho anche una richiesta da parte di mio marito: vuole che compri il panettone», dolce quintessenza della milanesità. Lei invece si trova a Firenze, dove oggi e domani presiede il Consiglio direttivo della Bce, e quindi decide di mettere a parte gli esercenti di Sant’Ambrogio di una sensazionale scoperta, che coincide con le loro giornate: «Sì, ho visto un incremento nei prezzi» L’ha visto eh, non gliela fai a questi illuminati.

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«Ma», sentenzia ancora, «sono aumentati molto meno rispetto a due anni fa. Dobbiamo assicurarci che continuino ad abbassarsi, perché è importante». Ha ragione Christine Lagarde, il carrello della spesa nel mondo della vita è importante, potrebbe parlarne con quella Lagarde Christine che si aggira negli uffici dell’élite politico-finanziaria continentale in posizioni non del tutto secondarie. E che pare intenzionata anche a Firenze a non abbassare il costo del denaro per famiglie, imprese, cittadini europei. Rimane un amletico dubbio: ma i fagiolini poi li ha comprati? Non sappiamo, ma ottimisticamente crediamo se li sia potuti permettere.

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