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L’Europa senza identità perde tempo buttando soldi per la nuova sede di Bruxelles

Non sarebbe opportuna un po’ più di austerità e qualche abbraccio e sbaciucchiamento in meno tra i leader “europei” in questi tempi terribili? Ve li immaginate i baci e gli abbracci tra De Gasperi e Adenauer o tra Churchill e De Gaulle? Insomma... ridiamo per non piangere
di Giulio Sapellivenerdì 19 dicembre 2025
L’Europa senza identità perde tempo buttando soldi per la nuova sede di Bruxelles

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L’appello del Primo Ministro Italiano - nel corso di un Suo discorso in Parlamento - in favore della morigeratezza nelle spese da parte dell’Unione Europea (800 milioni di euro previsti per ristrutturazioni edilizie) è suonato, ai più, irrituale e irrispettoso. Ad altri ancora una sorta di critica superflua e demagogica a una istituzione, l’Unione Europea, che non merita simili attacchi. La polemica si accende e non v’è dubbio che si tocchino corde che sono proprie delle palinodie cosiddette sovraniste (esisterà prima o poi qualcuno che sia in grado di spiegarmi il significato politologico di codesto termine?) e che qui non è proprio il caso di evocare.

Il tema è un altro. L’Ue sta attraversando uno dei periodi più difficili della sua esistenza. La crisi economica ha colpito gli Stati che ne fanno parte con una forza inusitata e per lo più dovuta a provvedimenti e comportamenti che sono stati fatti propri dall’Ue medesima. La prima di tutte, quella la più storicamente rilevante, è l’atteggiamento della sua burocrazia, o tecnocrazia che dir si voglia, dinanzi alla guerra di aggressione russa all’Ucraina, allorché non ha saputo - e non sa - articolare una proposta di rilevante spessore diplomatico che possa competere con l’iniziativa muscolare degli Stati Uniti che si trovano in uno dei loro consueti cicli storici dove le ragioni del prolungamento militare della politica di potenza si avvalgono delle politiche commerciali. Gli Usa agiscono per moltiplicare il potere di influenza e il raggio di coinvolgimento dei soggetti statuali che possono danneggiarne l’azione.

Oggi Trump impersona questa fase, la conquista accelerata del controllo dell’Artico, a fronte dell’influenza che potrebbe rendere manifesta non certo l’Ue e, ahimè, neppure l’Europa continentale, con i suoi Stati guida (Germania e Francia), ma la stessa Russia e soprattutto la Cina. Queste ultime posseggono infatti rompighiacci atomici in misura altamente superiore a quelli europei e nord americani. La fine a ogni costo della guerra in Ucraina è la condizione per cui gli Stati Uniti possono operare neutralizzando la potenza russa e impegnando quella cinese nel sostegno alla Russia medesima. Tutte le risorse, anche le più minute, vanno usate per impedire che questo disegno “Grande Artico Russo Cinese” vada in porto. E invece l’Unione europea perde tempo, trastullandosi con centinaia e centinaia di milioni di euro, occupandosi dei palazzi non a norma energetica (udite! udite!). Non sarebbe opportuna un po’ più di austerità e qualche abbraccio e sbaciucchiamento in meno tra i leader “europei” in questi tempi terribili? Ve li immaginate i baci e gli abbracci tra De Gasperi e Adenauer o tra Churchill e De Gaulle? Insomma... ridiamo per non piangere.