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Solo il realismo può salvare l’Europa dai guasti della mitologia green

Solo il realismo della conoscenza e l’emergere di una nuova cultura della crescita e dello sviluppo possono salvarci
di Giulio Sapelli mercoledì 31 dicembre 2025

2' di lettura

Un connotato essenziale del mondo nuovo che disegna il paesaggio ideologico di massa è che questo nostro mondo non possiede dei meccanismi di retroazione. È quel che accade con le slitte trainate dai cani: non si può far retromarcia, occorre girare in tondo, con spreco di immense fatiche per retrocedere di qualche decina di metri. È quel che accade oggi con l’intreccio dell’ideologia neo regolatrice (sempre dall’alto e senza principio di sussidiarietà) e l’irrealismo del pensiero energetico dominante. Bisogna ritornare alla compartecipazione dei soggetti attivi sui mercati, anziché colpirli con regole che non hanno contribuito a formulare.

Negli ultimi trent’anni abbiamo assistito a una gigantesca negazione dei principi del “costituzionalismo dei moderni “su cui Benjamin Constant e Madame de Staël hanno scritto pagine indimenticabili. Quando l’etero-regolazione si combina con l’idea del rifiuto dogmatico dei combustibili fossili, l’impossibilità o l’enorme difficoltà a far retromarcia, diviene una clava socialmente disgregante. Viviamo in tempi di guerra, tutti gli uomini e le donne di buona volontà sperano che finisca, ma per il momento è in corso una corsa al riarmo su scala globale, in grande stile e in tutto il mondo. Non si fa la guerra- e tanto meno una pace fondata sulla deterrenza- senza l’utilizzo di fonti fossili.

Questa contraddizione esplode soprattutto sotto l’immensa cupola regolamentare dell’Unione europea: come si fa a decretare la fine del motore termico tra una manciata di anni e nel contempo muovere alla guerra? Con le pale eoliche non è possibile volare né muoversi sui terreni mortali del campo di battaglia. Il principio di realtà non si afferma, viene negato in principio. Così non si fanno che creare enormi disallineamenti tra gli attori che muovono alla guerra e continuano a contare sull’uso di fonti energetiche di cui tra l’altro si profilano in futuro crolli asimmetrici dei prezzi. È il caso del gas, i prezzi caleranno per l’enorme aumento della produzione e della vendita del gas naturale liquefatto americano, a fronte delle sanzioni sul gas russo. Come vediamo, la complessità aumenta a dismisura e il pensiero mitologico oggi in voga non aiuta il mondo a ritrovare né la pace né la saggezza. Solo il realismo della conoscenza e l’emergere di una nuova cultura della crescita e dello sviluppo possono salvarci.

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