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Matteo Salvini, la verità di Farina sull'ultima vergogna a sinistra: vogliono abbatterlo perché ha successo

di Gino Coala domenica 16 settembre 2018

4' di lettura

La Lega è al 33,5 per cento. Invidia a sinistra, che non ha un leader come Matteo Salvini, Berlinguer è morto e Renzi non sta molto bene. Che fare, in attesa che qualche pulcino rosso metta i bargigli e faccia chicchirichì? Ovvio. Assassinare il capo degli altri, non con le pistole come le volgari Brigate rosse, ma buttandolo nell' acido dell' odio, disarticolandone l' umanità. Si è cominciato stabilendo un paragone storico, apparentemente matematico, neutro, molto oggettivo. La prodigiosa crescita di consensi di Matteo Salvini in questo 2018 è equiparabile a quella di chi? Ma certo: Hitler, Adolf Hitler, il quale nel 1933 agganciò il potere grazie alle elezioni. Dopo di che contro Matteo è iniziato il rito voodoo su tivù e giornali. Leggi anche: Salvini e i giudici contro la Lega, Farina: perché Mattarella tace? Ha cominciato Giampaolo Pansa a ingollarci cucchiaiate di questa pozione il 3 giugno scorso, con un articolo della Verità mai così piena di balle come in quell' occasione, e che ha fatto scuola a sinistra di cui è tornato a essere maestro, con quella sua capacità di trasformare i volti in grugni: «Adolf Hitler non sorrideva mai. Benito Mussolini si abbandonava al buonumore soltanto a ogni morte di papa. Giuseppe Stalin era sempre scuro in volto, e persino la sua famosa pipa sembrava uno strumento di tortura da affidare al Kgb. Il capo della Lega appartiene alla scuola dei dittatori scostanti, bruschi, sempre disposti a mostrare i denti». I denti! I lupi! Era stato Vittorio Zucconi sul La7 a dare contenuti allo sfregio di Pansa: «Nel nuovo governo ci sono i fascisti. Quelli che trattano gli immigrati come merde. E questo fa paura». Stessa cosa Roberto Saviano. La politica di blocco dell' emigrazione clandestina non solo voluta ma praticata dal ministro dell' Interno è stata identificata come abominio sul piano etico, da qui l' incriminazione per «sequestro di persona aggravato» di Salvini è stata la prosecuzione giudiziaria lineare, prevedibilissima, della lotta etico-politica. AIUTO, LE CAMICIE VERDI! Per aver egli evidenziato questa verità lapalissiana, il coro di sinistra e toghe (endiadi) ha sentenziato: «Eversione». Ma l' eversione un capo non la fa da solo. Non bastano i deputati, e i generali leghisti dove sono? Allora, mancando polpa da mettere sul rogo, si è passati in fretta dalla messa all' indice del capo alla calunnia contro il popolo leghista. È in corso un travisamento cosciente di questa gente da noi ben conosciuta in un brulichio di camicie brune, torturatori di immigrati, quindi prossimi soggetti di un brigantaggio cafone con lo scopo di inchiodare i magistrati alle pareti dei tribunali, solo perché Salvini ha appeso l' avviso di garanzia su un muro, invece che nasconderlo o vergognarsene. Ci provano in realtà a suscitare rabbia, lo sperano, forse: ma le camicie verdi in armi sono vissute solo nelle fantasie da nottambulo di Bossi e in quelle francamente demenziali di alcuni procuratori. Sono stati a Pontida i ritrattisti degli sciami di diavoli leghisti? Ci hanno provato a provocarli, andando nei pratoni glorificati da Bossi e Miglio a organizzare parate anti-leghiste, sperando provassero a scannarli come se dei cristiani invadessero la Mecca. Gli hanno venduto bibite, panini, e vino. Non un insulto, figuriamoci sassi e bottiglie molotov, specialità altrui. Dicevamo. La descrizione della Lega e in particolare del suo leader Matteo Salvini somiglia sempre di più alle vignette con Fanfani appeso per i piedi e agli articoli spazzatura di Lotta continua, propedeutici agli anni di piombo; oppure alle copertine deformanti dedicate dall' Espresso a Craxi prima della condanna a morte in esilio ad Hammamet. Stavolta, spiace deluderli, gli haters hanno sbagliato i calcoli. L' odio e la calunnia funzionano se sono infilati nel ventilatore nel momento dell' esaurimento di una funzione storica, allorché il sentimento comune percepisce prossimo lo spegnersi del sacro fuoco che ha portato prima la Dc e poi Bettino (dire Partito socialista sarebbe improprio) a governare l' Italia. Non è il caso oggi di Salvini. Come direbbe Francesco Alberoni questa crescita della Lega è come di un movimento-partito allo stato nascente. L' odio invece di colpire e abbattere la rondine, l' aquila (il nome dell' uccello trovatelo voi: escluderei il piccione) dà ali al volo. Così come la sentenza assurda di Genova e l' accusa di Agrigento e Palermo. CONSENSO ALL' APICE Si esamini la risposta di Matteo Salvini all' uno-due delle toghe. Dura ma ironica, come di chi è certo di essere vincente nella sfida tra lui e la magistratura. Perché lui non è lui e basta. Sono tanti, sono parecchi milioni quelli che si sentono attaccati da un potere che non è straniero ma è certo estraneo. Non ricordiamo un momento in cui il consenso popolare dato a un leader politico sia stato così visibile. Non riusciranno a lesionare Salvini come la sinistra=toghe ha fatto perseguitando Berlusconi per reati inventati sì, ma estranei alla partita politica. Il blocco della Diciotti, l' ordine di trattenere a bordo i migranti (tra cui quattro presunti scafisti e violentatori), è stata una mossa politica in coerenza con il suo programma elettorale. Non c' entra nulla con faccende tipo evasione fiscale o bunga bunga. Invece accusando il leader della Lega si è messo sotto accusa non solo il suo elettorato ma quei cittadini che si identificano con le sue idee. Sono sempre di più, per questo i nemici lo odiano. Ma così lo nutrono. di Renato Farina

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