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Roberto Saviano disperato a Travaglio: "Salvini cagnolino di Putin". Il direttore lo smonta: "Il tuo errore"

di Giulio Bucchi domenica 29 luglio 2018

2' di lettura

Una giornata durissima per Roberto Saviano. Dopo essersi fatto querelare da Matteo Salvini per averlo definito "ministro della malavita", l'autore di Gomorra ha scritto a Repubblica disperato, chiedendo ai suoi amici perché tacciono. Non solo. Piccato dall'editoriale di Marco Travaglio sul Fatto quotidiano che lo invitava a riflettere su chi fossero veramente i "ministri malavitosi" nella storia italiana, il povero tribuno napoletano non ha resistito e ha scritto anche a Travaglio, chiedendogliene conto. "Dovremmo forse accettare le parole e le azioni di Salvini perché quelli che c'erano prima erano peggio? E davvero tu credi che il 4 marzo abbia rappresentato questo cambio epocale?", accusa affranto, annunciando che per evitare altre querele da oggi per lui Salvini diventerà "il cagnolino di Putin". Leggi anche: "Perché state zitti?", come si umilia ancora Saviano La risposta di Travaglio è articolata, ma fulminante. Gli basta un passaggio, insomma, per riportare i piedi di Saviano dal Paradiso dell'antifascismo social alla terra della politica vera. "Caro Roberto, non ho capito la tua definizione di Salvini ministro della malavita. E non perché io nutra simpatie per Salvini bensì perché sono anch'io preoccupato per le sue sparate razziste, le sue politiche xenofobe e i suoi rapporti con Putin, ma ancor più per la folla plaudente e tracimante che si assiepa sotto il suo balcone (o la sua ruspa). E temo che le tue denunce su quei temi escano non rafforzate, ma indebolite dall'attribuirgli condotte o relazioni malavitose".  Leggi anche: "Aiutatemi, ho paura di Putin". A che punto si abbassa Saviano

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