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Chloe Ayling e il rapitore polacco si conoscevano. Nel letto insieme, la biancheria intima in regalo: cosa non torna

di Giulio Bucchi domenica 13 agosto 2017

2' di lettura

Un "presunto rapimento", qualcuno parla addirittura di una macabra "messinscena". Dall'Inghilterra rimbalzano voci clamorose sul caso di Chloe Ayling, la 20enne modella britannica rapita a Milano dal polacco Lukasz Herba, tenuta segregata per 6 giorni in un casolare in Piemonte per essere venduta all'asta a facoltosi uomini arabi sul web e infine ricondotta al Consolato e "liberata".  Una vicenda talmente intricata, inquietante e per certi versi inverosimile da essere presa con le molle anche in Procura a Milano. Il tabloid britannico Daily Mail però ha pubblicato alcuni dettagli che fanno dubitare sulle versioni dei due protagonisti. Innanzitutto, nonostante il rapimento, i rapporti tra la ragazza e il carceriere sarebbero stati piuttosto intimi, quasi amichevoli. Herba le ha regalato cioccolatini e biancheria intima, l'ha anche portata ad acquistare delle scarpe. Soprattutto, nella casa-prigione hanno dormito insieme. Senza fare sesso, però, perché la ragazza doveva essere vergine per i suoi acquirenti. "La seconda notte mi ha tolto le manette dai piedi - ha raccontato Chloe una volta libera e tornata a casa, in Inghilterra -. Mi ha assicurato che presto sarei stata libera, perciò non c'era bisogno di scappare. Ci avessi provato, l'organizzazione mi avrebbe uccisa. Da quel momento abbiamo condiviso il letto, ma sia chiaro, non mi ha molestata e non mi ha chiesto favori sessuali, perché la Black Death lo vieta e punisce severamente i membri che toccano le ragazze sequestrate".  Proprio il rapporto tra Herba e la Ayling è destinato a finire sotto la lente d'ingrandimento degli inquirenti. Innanzitutto, i due si sarebbero incontrati prima del rapimento. "Conosceva il suo rapitore. Lo ha incontrato a Parigi lo scorso aprile. Per il servizio a Milano ha specificatamente chiesto di lei. Ha pagato in anticipo", spiega una fonte vicina alla ragazza. L'uomo (un tipo strambo residente a Londra che, scrivono i tabloid britannici, era solito girare con un ratto sulla spalla) una volta scoperto che Chloe era mamma avrebbe deciso di liberarla in quanto non più vergine e dunque non appetibile per i misteriosi acquirenti. Nel frattempo, aveva inviato mail al Daily Mirror tentando di piazzare scoop e foto di Chloe. Mossa strana per chi agisce nel più assoluto anonimato criminale, a contatto con i mostri del Deep web e del gruppo Morte nera. Così com'è ancora più strana la decisione del polacco di rilasciarla (di fatto consegnandosi alle nostre autorità) dietro la "promessa" di ricevere in cambio 50mila euro come risarcimento. "La Ayling - è la conclusione, maliziosissima, di alcuni commentatori inglesi - ha adesso più visibilità di quanta probabilmente ne avrebbe mai avuta se non fosse stata ficcata in una valigia e avviata verso il Medio Oriente. Questa è la cosa migliore che poteva accadere alla sua carriera di modella".

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