In principio fu il servizio di Enrico Lucci, il cui registro grottesco, forse per la prima volta nella sua lunga carriera da inviato de Le Iene, era stato attaccato e criticato. L'accusa è quella di "sessismo", e il bersaglio di tale "sessismo" sarebbe stata la giaguara di Matteo Renzi, Maria Elena Boschi, la ministra per i Rapporti con il Parlamento (e proprio per un doppio senso sulla sua carica si scatenarono i censori di Lucci). Dopo la Iena, nel tritacarne ci è finita Virginia Raffaele, l'imitatrice che a Ballarò ha indossato i panni della giaguara. L'accusa, anche in questo caso, è stata quella di "sessismo" (eppure nessuno si scomodò per difendere Mara Carfagna o Francesca Pascale quando la Raffaele prese a sfotterle un po' come ha sfottuto la Boschi). Ora l'ultima provocazione arriva dalla prima pagina de Il Fatto Quotidiano, con una vignetta in prima pagina firmata da Mannelli (nella foto). Nel mirino c'è sempre la Boschi. Anche in questo caso si gioca sul significato della sua carica: la giaguara, infatti, è stata trasformata nel "ministro dei Rapporti Sado-Maso con il Parlamento". Sguardo severo, tacchi a spillo, pantaloni neri aderenti, la Boschi intima: "Adesso in ginocchio. Si gioca a 'nessuno tocchi caino'. Obbedisci". Si sfotte il decisionismo della giaguara, plenipotenziaria del permier Renzi, e in un certo senso si sfotte anche chi attacca con le accuse di sessismo: nella reinterpretazione di Mannelli, la Boschi è diventata una sorta di mistress sadomaso, insomma il potere ce l'ha tutto lei. Certo, di mezzo c'è sempre il sesso. Chissà se i censori di Lucci e della Raffaele si scaglieranno anche contro la satira del Fatto...