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Omicidio Pasolini, trovate nuove tracce di dna. Pelosi: "Quella notte erano in sei"

di Mirko Mazzola domenica 7 dicembre 2014

2' di lettura

A 30 anni dalla morte di Pierpaolo Pasolini, nuove indiscrezioni e prove potrebbero portare ad una riapertura del caso. Nella notte tra il 1° e il 2 novembre del 1975 all'idroscalo di Ostia, veniva ucciso l'intellettuale bolognese Pasolini. Riguardo la sua morte si sono avvicendate numerose voci, ipotesi di complotto che hanno reso (se possibile) ancora di più celebre questa icona della cultura italiana. Il cadavere massacrato, ritrovato da una donna, venne riconosciuto dal suo amico Ninetto Davoli. All'epoca fu incolpato del suo omicidio l'allora 17enne Pino Pelosi, condannato poi a 9 anni e sei mesi. Pelosi, successivamente soprannominato dalla stampa Pino la Rana, ha sempre dichiarato la sua innocenza, che oggi potrebbe essere avvalorata dalle tracce di dna diverso dal suo rinvenute sugli indumenti di Pasolini. Il pm della Procura di Roma, Francesco Minisci, ha riascoltato la versione del condannato come persona informata dei fatti, ma esclude la riapertura del caso: il colpevole resta Pelosi, mentre la nuova traccia proverebbe solo l'ipotesi della presenza di presunti complici. La versione di "Pino" - Da par suo Pelosi, anche in questa occasione, ha ribadito il suo racconto: "Conoscevo Pasolini da qualche mese, quella sera mi passò a prendere alla stazione Termini. Salii in macchina e andammo a mangiare al ristorante Biondo Tevere. Poi ci siamo incamminati verso Ostia. Ci siamo fermati a fare benzina e in quel momento ho visto una motocicletta. Quindi siamo andati all'Idroscalo. Appena parcheggiata la macchina sono sceso per fare pipì. In quel momento, un uomo con la barba mi ha afferrato da dietro. Erano in sei quella notte all'Idroscalo. Mentre uno mi teneva bloccato, in due hanno iniziato a picchiare Pasolini con mazze e bastoni. Dopo avermi dato un pugno in faccia mi ha preso per il collo e mi ha detto di restare fermo - ha continuato Pelosi, accompagnato dal suo avvocato Alessandro Olivieri -, dalla Fiat 1300 coupè sono scese due persone che hanno massacrato di botte Pasolini. Mazze in mano lo hanno colpito a ripetizione. Gridava: Aiuto mamma!. Dopo ho visto un faro di una moto. Quindi è arrivata anche l'Alfa Gt che l'ha investito".

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