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Ferilli si schiera con Floris: "La Rai ha sbagliato". E scarica Renzi...

di Nicoletta Orlandi Posti domenica 6 luglio 2014

2' di lettura

Italiani, un popolo "beota". "Sì". Sabrina Ferilli non usa giri di parole e si schiera dalla parte di Giovanni Floris che ha lasciato la Rai perché non è stato raggiuto un accordo sul rinnovo del contratto. "Non ho frequentazioni particolari, nè connessioni professionali, perciò mi sento libera di dire", puntualizza l'attrice nell'intervista rilasciata al Fatto Quotidiano. "Parlo perché ho voglia di parlare e posso permettermelo. Le mie idee sono conosciute non sono il tipetto che arranca". E ancora: "Sono romana e de sinistra. Non è un difetto". Per Sabrina Ferilli è tutta una questione di soldi: "Soldi, questi benedetti soldi sono il paravento una motivazione puerile e conformista. Tu costi", dice a Antonello Caporale. "Nessuno che ricordi quanto tu valga. Quanto faccia guadagnare in termini di attendibilità, di professionalità. E anche di audience e pubblicità. E non vale niente per l'informazione pubblica che ci sia uno capace al posto di un brocco, uno con la schiena diritta al posto di uno scendiletto?". E ancora: "L'idea che la tua esperienza non conta, la tua qualità non conta, i tuoi meriti non contanto o contano solo a patto che accetti la busta paga decisa da questa nomenclatura irersponsabile e mediocre, è il segno cattivo di questo tempo buffo e un po' pericoloso". "Sì", insiste la Ferilli, "noi italiani abbiamo un'etica fragile, spesso affidiamo le passioni a gente sprovveduta e il nostro destino (ed è purtroppo successo) a dei lazzaroni. Pensi che si sono dei poveretti, molti poveretti che battono continuamente le dita su twitter in questo fenomeno compulsivo e orribile di autocelebrazione, di verifica quotidiana del proprio narcisismo". Il riferimento, neppure troppo velato, è a Matteo Renzi per il quale Sabrina Ferilli nutre qualche perplessità: "Ho i miei dubbi sul Pd e qualche remora sul nostro attuale lider maximo". Poi insiste: "Non mi fa simpatia però non mi sembra un requisito necessario. Ma ho fiducia". E spiega: "Mi chiedo se abbia un obiettivo, un disegno. Se quando rottama ha idea di chi promuovere. A volta ho il terrore che ci incamminiamo verso il nulla. Potiamo, tagliamo, rottamiamo, seppelliamo come per segnare il punto, contribuire a innalzare il nuovo totem: largo al nuovo, E che caccio è sto nuovo?". Ferilli cita infine Schopenauer: "Le fregnacce costano poco ma valgono niente". Conta il merito. "E Matteo farebbe bene a tenerlo nella giusta considerazione. Abbia sale in zucca".

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