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Gabriele Muccino e Pino Insegno, lite su Facebook: polemica sui film doppiati

di Andrea Tempestini domenica 20 luglio 2014

2' di lettura

«Tu, Insegno, lo hai mai visto I Sette Samurai in giapponese sottotitolato?». Sembra una battuta di un film del primo Nanni Moretti, e invece è il dibattito «doppiaggio sì - doppiaggio no» che in queste ore sta infiammando Facebook e il cinema italiano. Protagonisti Gabriele Muccino (regista) e Pino Insegno (attore, doppiatore, conduttore). A Muccino, sostenitore della «lingua originale sottotitolata», Pino Insegno replica entrando nel merito della fruizione cinematografica: «Muccino sarà incattivito perché è ingrassato di centotrenta chili». È vero, Muccino è ingrassato, ma se Insegno si permette di dargli del balonettero la colpa non è né di Muccino che magna, né di Insegno che glielo fa notare. La colpa è ovviamente di Berlusconi! Scrive infatti il regista: «Solo in un paese cresciuto con l’estetismo Berlusconiano si può pensare di insultare un regista dicendogli che è grasso. Mah». Il fatto, secondo Muccino, è che Pino Insegno innanzitutto non è figo come lui: «Io ho iniziato a vedere i film in lingua originale a Venezia a diciotto anni, anche se non conoscevo le lingue». Pazzesco. E come avrà fatto? Muccino ci svela il segreto: «Ho imparato a leggere in fretta i sottotitoli». Ecco perché quando parla sembra che stia leggendo in fretta i sottotitoli di se stesso, e ogni tanto saltabecca perdendosi qualche frase. Comunque il problema del cinema italiano è ancora un altro, apprendiamo sempre da Muccino che: «Quando il signor Insegno, capo cordata della lobby si va ad acquistare un auto da 130.000 euro, lo deve solo all’ignoranza del pubblico italiano educato a differenza di quello francese a vedere solo film doppiati». Se volete essere all’altezza di Muccino, dunque, saltate sulla vostra due cavalli, e via di corsa in Francia a vedere I Sette Samurai in giapponese sottotitolato. Ma poi non meravigliatevi se vi viene voglia di compiere harakiri. In ogni caso la regola del «meglio non doppiare» vale solo per i film degli altri. Gabriele Muccino si è infatti complimentato con i doppiatori dei suoi «film americani attraverso Mario Cordova». Ma il merito non è di Cordova, ma di Muccino, che gli ha intimato «di farli doppiare di pancia». Che è appunto quello che ha fatto Muccino con la propria, di pancia, dando quindi involontariamente ragione a Insegno. Nella querelle c’è anche spazio per entrare «in un momento frivolo e di gossip», scrive ancora Muccino. «Vorrei farvi assistere alle risate che si fanno gli attori americani quando sgattaiolano via dalle anteprime italiane e doppiate dei loro film». Adesso, al di là della questione “doppiaggio”, quello che vorremmo sapere, da Muccino, o da Insegno, è perché, alle anteprime italiane e doppiate dei loro film, le star americane sgattaiolano tutte via per andare a sparlare con Muccino dei doppiatori. E soprattutto, cosa ci fa Muccino in tutte le anteprime, se dice di preferire vederli in lingua? Ci va per intercettare le star che sgattaiolano? Per vedere che automobile guida Insegno? Misteri del cinema italiano. di Ottavio Cappellani

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