L’onorevole Michela Rostan ha trentadue anni. Nata in provincia di Salerno, si è candidata alle Parlamentarie democratiche ed ha preso 5728 preferenze. Grazie a loro lo scorso febbraio è diventata deputato della circoscrizione Campania 1. «Ma al Sud il Pd si è fermato», ammette. «E forse anche su alcune scelte nella composizione delle liste per le Europee si sarebbe potuto osare di più». Onorevole, che pensa delle liste Pd al Sud? «Parliamo di Campania, più che di liste e di nomi. Quello di cui i campani hanno bisogno è di ritrovare un collante con chi li rappresenta perchè noi giovani stiamo ereditando un “cimitero” e i problemi non si risolvono con il marketing. Oltre a una lotta senza quartiere alla camorra, dobbiamo costruire una alternativa e i candidati sono importanti». Michele Emiliano si è sfilato dalla corsa per Strasburgo criticando la scelta di Pina Picierno capolista. Che ne pensa? «Emiliano è stato un uomo ed un amministratore dalle doti notevoli e mi ha sorpreso la sua reazione da primadonna. Il discorso su Pina Picierno, però, è una storia a parte». Lei sta sostenendo Picierno? «Francamente no, per molte ragioni». Me ne dica una, almeno. «La delega che ha in segreteria Pd è paralizzata: non c’è traccia di una sua azione concreta né per quanto riguarda il Mezzogiorno, né per quanto riguarda la legalità. E poi non leggo nella sua candidatura una risposta adeguata al disagio della mia generazione che non ha più una prospettiva, è fatta di ragazzi che uno stipendio non ce l’hanno». La capolista forse era troppo occupata a fotografare scontrini della spesa, no? «La polemica sugli 80 euro dimostra che è rischioso affidare il lancio di un messaggio politico così complesso a chi non conosce cosa voglia dire campare con mille euro al mese, avere due figli, una moglie a casa e magari il nonno con la pensione minima. Lei ha un percorso troppo chiuso nella politica». Cosa doveva fare il Pd, secondo lei? «Di certo a queste famiglie disagiate, alle quali il governo da un pò di respiro, non possiamo presentare trionfanti uno scontrino che certifica l’acquisto di prodotti che loro non compreranno né ora né mai». Emiliano ha definito la scelta di candidare capolista solo donne, tutte “paracadutate”, una mortificazione delle donne. Lei, che è donna, che idea si è fatta? «Una donna, un uomo, Pina Picierno o le altre capolista, valgono come una qualsiasi altra persona scelta con questo sistema. Il valore va dimostrato con la dedizione e con il lavoro. Non si può salire in cattedra e indossare un vestito che ci è stato dato senza che sia della nostra taglia: se quello di capolista sta loro bene lo vedremo il giorno dopo le elezioni». Però si vota per le Europee e il Pd, a prescindere dal capolista, si gioca tanto. Farà campagna per qualcuno? «Non ho problemi a dire che sosterrò un’altra donna: una giovane che per vivere del proprio lavoro e non di politica, ha dovuto trasferirsi in Francia, lotta per tornare al Sud, insegna italiano all’estero e non ha un posto fisso. Si chiama Roberta Capone». intervista di Paolo Emilio Russo