Roma, 3 mar. - (Adnkronos) - Le stime sul traffico di animali esotici e dei loro prodotti derivati, inclusi quelli rigorosamente protetti, indicano che in Italia tale commercio raggiunge un giro d'affari di circa 2 miliardi di euro all'anno. E' quanto afferma la Lav, che in occasione del "World Wildlife Day", la prima Giornata mondiale dedicata alla fauna e flora selvatica, indetta per oggi 3 marzo dall'Onu, sollecita l'introduzione di strumenti nazionali e internazionali per contrastare i crimini contro le specie esotiche che provocano danni gravissimi agli animali, alla natura e alla società. Nell'Unione Europea il commercio di specie di flora e fauna protetta e dei loro prodotti derivati raggiunge la stima di circa 100 miliardi di euro all'anno. Secondo l'organizzazione Traffic, all'inizio degli anni '90 il commercio internazionale di prodotti derivati da fauna e flora selvatica si aggirava intorno ai 160 miliardi di dollari all'anno, raggiungendo nel 2009 la stima di 323 miliardi di dollari, inferiore solo al traffico di armi e droga. Gli animali pagano un prezzo altissimo per questo squallido business: negli ultimi 10 anni il numero di elefanti africani uccisi illegalmente è raddoppiato mentre la quantità di avorio sequestrato è triplicata (un kg di avorio è venduto a circa 600 euro al kg). Nel 2013 i bracconieri hanno ucciso 22.000 elefanti. Il numero delle tigri nel mondo è passato da 100.000 unità di un secolo fa ad appena 3500. Il bracconaggio è responsabile di almeno il 78% della decimazione delle tigri di Sumatra (le ossa delle tigri sono vendute a circa 900 euro al kg). "L'Unione Europea è uno dei protagonisti più importanti del traffico illegale di specie di flora e fauna protette e derivati e l'Italia detiene un elevato record negativo per la cattura, per l'uccisone e la commercializzazione di specie di fauna e flora protette, in particolare per il transito di queste specie verso l'Asia e l'Africa" afferma la Lav. Per questo la Lav auspica che questi crimini "diventino una priorità di contrasto di Europol, con un coordinamento strategico delle polizie degli Stati Membri, come peraltro recentemente indicato dalla Commissione Ue. Le sanzioni vigenti in Italia non sono efficaci nel reprimere traffici basati su vere e proprie organizzazioni criminali che non possono essere fermate da semplici ammende". A tale fine la Lav propone di introdurre nel nostro ordinamento giuridico due autonome ipotesi delittuose che riguardano: la "cattura, il prelievo, la detenzione, il traffico e la commercializzazione di specie di flora e fauna protette" e il "Commercio e traffico illecito di parti di specie, flora e prodotti derivati" che sanzionano il commercio e il traffico illecito di specie di fauna e flora nonché il commercio e traffico illecito di parti di esse e prodotti derivati. E' indispensabile prevedere significativi inasprimenti delle pene e uniformare queste agli strumenti vigenti in altri Paesi, anche Europei, che prevedono pene detentive fino a 7 anni di reclusione. Indispensabili anche nuove risorse per il mantenimento delle specie sequestrate: il traffico illegale di animali ha determinato il sequestro e la confisca di decine di migliaia di animali e l'esigenza di strutture adeguate per il loro mantenimento. Ogni anno lo Stato e decine di strutture private spendono alcuni milioni di euro per la cura di animali che sono stati abbandonati, sequestrati o confiscati, provenienti dal commercio illegale e legale di specie protette.