Lampedusa, 4 ott. - (Adnkronos) - "C'erano corpi dappertutto, dentro il relitto, incastrati, ma anche sopra e persino attorno alla barca. Ho visto almeno cento corpi. Tutti morti. Ma la cosa che mi ha piu' colpito, sono stati quei corpi abbracciati. Un ultimo abbraccio mortale prima di esalare l'ultimo respiro. Forse perche' nessuno di noi vuole morire da solo. Ho ancora questa scena davanti agli occhi e non riesco a pensare ad altro". Simone D'Ippolito, e' un omone grosso con i capelli lunghi biondissimi e il viso arso dal sole. Ma la voce e' tremula, quando parla di quello che hanno visto i suoi occhi. Ieri e' stato tra i primi ad avere visto il relitto dell'imbarcazione naufragata davanti alle coste di Lampedusa. Sono trascorse piu' di 30 ore, ma ancora l'orrore e' nei suoi occhi. D'Ippolito, che ha un diving center a Lampedusa, e' ancora sotto choc. Ecco il suo racconto: "Ieri mattina, intorno alle 7, stavo uscendo con l'imbarcazione del diving center per andare con un gruppo di turisti, appassionati di sub, all'isola di Lampione, a poche miglia da Lampedusa. Mentre uscivo dal porto, ho incontrato la barca 'Gamar' di Vito Fiorino. Piangevano tutti, quando mi sono avvicinato all'imbarcazione ho visto decine di profughi ancora sotto choc e infreddoliti. Fiorino mi ha gridato piangendo 'Il mare e' pieno di morti, pieno pieno di morti. Non abbiamo mai visto nulla di simile. Noi abbiamo tirato su 47 persone, ma ci sono decine di immigrati laggiu'. Molti sono gia' morti perche' non sanno nuotare". Simone D'Ippolito non riesce a nascondere la sua emozione. Ha gli occhi lucidi: "Io non ci ho pensato su due volte e ho riaccompagnato i turisti al porto spiegando loro che dovevo raggiungere il luogo del disastro, Per fortuna sono stati subito comprensivi. Una donna, un medico, ha detto che poteva darci una mano se volevamo. Cosi', io, l'equipaggio e la dottoressa ci siamo avviati verso la Tabaccara, dove l'imbarcazione e' naufragata". (segue)