L'ormai ex-fedelissima di Pierluigi Bersani, Alessandra Moretti, non riesce a darsi pace. Dopo il tradimento consumato durante il voto a Franco Marini, i rapporti con l'ex-segretario si sono ridotti al lumicino. E lei ne soffre. In un'uintervista a Vanity Fair racconta: "Gli ho mandato dei messaggini ma non mi ha ancora risposto". L'accusa - Su imbeccata del giornalista ripercorre poi tutte le fasi che l'hanno portata a disobbedire alla linea di partito. Rivela come in molti ce l'abbiano ancora con lei ma si dice convinta della scelta fatta pur ammettendo di essere entrata nell'urna con "le lacrime agli occhi". Di detrattori la Moretti ne ha tanti, anche all'interno del suo stesso partito. Molti non hanno digerito la sua scelta di votare contro Marini, certo, ma le imputano soprattutto il fatto di essere una bella donna, insinuando che è solo grazie al suo aspetto fisico la Moretti va spesso in tv a difendere le ragioni del Pd. Invidiosi della mia bellezza - Spiega nell'intervista: "La carriera politica delle donne è sempre descritta, a livello mediatico, con caratterizzazioni di tipo fisico. Tutto il resto – le competenze, i meriti – passa in secondo piano". Il tutto però ha avuto un inizio, non è sempre stato così. C'è stato un tempo in cui veniva stimatata soprattutto per ciò che faceva. Poi rivela: "Tutto è cominciato quando ho iniziato ad andare in televisione. Credo ci sia un problema culturale di fondo, che rende difficile guardare una donna di bell’aspetto per quello che fa". Infine però ammette: "Credo che in una società come la nostra, dove l’immagine conta tantissimo, avere una bella faccia abbia la sua importanza. Ma è sbagliato pensare che la scelta sia ricaduta su di me per questa ragione: avrà inciso al massimo per il dieci per cento".