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In Italia 'La quinta stagione', nel film scompare la primavera

Di Peter Brosens e Jessica Woodworth
domenica 9 giugno 2013

2' di lettura

Roma, 4 giu. - (Adnkronos) - Una misteriosa calamità colpisce un remoto villaggio belga nelle Ardenne: la primavera si rifiuta di arrivare, gli alberi cominciano a cadere, la terra diventa arida, le provviste scarseggiano. Il ciclo della natura è sconvolto. La natura prende il sopravvento provocando l'implosione della piccola comunità, e due adolescenti, Alice e Thomas, lottano per dare un senso alla propria vita in un mondo che sta crollando intorno a loro. E' "La quinta stagione", film della coppia di registi Peter Brosens e Jessica Woodworth che arriva nelle sale italiane dal 27 giugno dopo i riconoscimenti avuti nei festival internazionali, dalla Mostra del Cinema di Venezia al Festival di Toronto. (VIDEO) Low budget per un film che ha cambiato il piano di lavorazione per ben 27 volte nel corso dei 31 giorni delle riprese, "perché dipendevamo interamente dalle condizioni atmosferiche", fanno sapere i registi. Terzo capitolo di una trilogia, dopo "Khadak" girato in Mongolia e "Altiplano" girato in Perù, per la realizzazione de "La quinta stagione" è stato consultato un professore belga dell'università di Liegi, Françoise Lempereur, per gli aspetti storici e folcloristici, ma sono stati ascoltati anche i contadini locali che hanno raccontato agli autori ricordi e ansie per il futuro, anche se - sottolineano Woodworth e Brosens - il film racconta una situazione ipotetica che si verifica in un prossimo futuro. Ma mentre i film di fantascienza proiettano spesso le loro storie in un futuro indeterminato dove gli abitati della Terra hanno già abbandonato il pianeta divenuto ormai invivibile, 'La quinta stagione' prefigura questa mutazione senza menzionarla. "Tutti gli elementi presenti nel film - aggiungono i registi - derivano in una certa misura dalla realtà, esattamente come nei nostri due film precedenti. Con 'La quinta stagione' abbiamo rivolto il nostro sguardo al nostro ambiente perché abbiamo sentito che era necessario trasporre le nostre idee nel contesto in cui viviamo". Anche se, aggiungono, "in realtà, la storia de La quinta stagione potrebbe essere ambientata in molti luoghi".

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