Milano, 7 ago. (Adnkronos Salute) - Danni al midollo osseo e tumori del sangue sono alcune delle possibili conseguenze dell'assunzione a lungo termine di eritropoietina (Epo), farmaco tra i più usati nel doping per il suo effetto di migliorare le performance aumentando l'apporto di ossigeno ai tessuti, che ieri è costato la squalifica dai Giochi olimpici di Londra al campione altoatesino Alex Schwazer. A ricordare gli impieghi dell'Epo in medicina e i possibili rischi associati al suo impiego, lecito o meno, è Umberto Tirelli, direttore del Dipartimento di oncologia medica dell'Istituto tumori di Aviano (Pordenone). "L'uso terapeutico dell'eritropoietina (Epo) - spiega - è ben noto nell'insufficienza renale cronica, nella terapia dell'Hiv e nella chemioterapia antitumorale per superare l'anemia associata a queste patologie. Inoltre l'Epo è impiegato in certe forme tumorali e pretumorali ematologiche". "Per la mia esperienza di onco-ematologo e di terapia dell'Hiv - precisa l'esperto - questo farmaco è solitamente ben tollerato anche se ipertensione arteriosa, fenomeni tromboembolici e dolori ossei sono complicazioni piuttosto frequenti. Pur non disponendo degli ultimi dati pubblicati sull'utilizzo non approvato del doping, sappiamo che alcuni decessi di ciclisti e altri atleti sono stati messi in relazione dell'Epo. Questo anche perché a lungo termine non si può escludere che un utilizzo dell'Epo sia per i malati che per gli atleti che ne fanno uso in modo abusivo possa provocare danni al midollo osseo e anche tumori ematologici".