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Il governatore condannatoper diffamazione dei Radicali:gli deve pagare 110.000 euro

La vicenda è quella delle presunte firme false raccolte a sostegno della lista Formigoni per le regionali 2010. Il presidente disse che era stato il partito di pannella a falsificarle
di Matteo Legnani domenica 14 ottobre 2012

2' di lettura

Quando si dice che piove sul bagnato... Il giorno dopo l'apertura della crisi in Regione Lombardia, il presidente Roberto Formigoni è stato condannato per diffamazione dei Radicali nell'ambito della vicenda delle presunte firme false per la lista del governatore in occasione delle elezioni 2010. Il tribunale di Milano lo ha condannato a 900 euro di multa Roberto Formigoni per la diffamazione di Marco Cappato, Marco Pannella e Lorenzo Lipparini. Dopo che i radicali presentarono un esposto in procura, in cui si denunciava l'ipotesi di un falso nella raccolta delle firme a sostegno del listino Formigoni, il Governatore tentò di ribaltare le accuse dicendo che le firme sarebbero state manipolate dagli stessi esponenti del partito di Pannella. Oltre a pagare una multa di 900 euro il governatore Roberto Formigoni, dovrà poi risarcire la somma complessiva di 110.000 ai Radicali per la diffamazione degli esponenti del partito guidato da Marco Pannella. In particolare dovrà versare 30.000 euro a Marco Cappato, la stessa somma a Lorenzo Lipparini e 50.000 euro a Marco Pannella in quanto rappresentante del movimento politico. Il pm Mauro Clerici aveva chiesto la condanna a un anno di carcere del governatore, mentre i Radicali avevano sollecitato un risarcimento di 200.000 euro. La difesa di Formigoni rappresentata da Mario Brusa, aveva rivendicato il diritto di cronaca e di opinione politica del presidente che è iscritto all’ordine dei giornalisti. Formigoni accusò i Radicali di un complotto "per escludere in maniera fraudolenta il centrodestra" dalle regionali del 2010. Il governatore aveva ventilato la possibilità che i Radicali avessero manipolato le firme durante le operazioni di controllo delle stesse che i rappresentanti delle liste concorrenti sono autorizzati a effettuare.

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