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Non bastava la figlia di TobagiLa Rai promuove anche Andreatta jr

La figlia dell'ex ministro, e massimo teorico dell'Ulivo, in pole position per la poltrona di Del Noce
di Lucia Esposito domenica 9 settembre 2012

2' di lettura

  Rinnovamento nella continuità. Lo predicava il Pci di Togliatti, lo mette in pratica il cda della Rai dei professori. Che, pure espressione dell’epoca nuova della sobrietà e della società civile (rappresentata in quota Pd da Gherardo Colombo e da Benedetta Tobagi), pare orientato a seguire criteri di lavoro non così dissimili da quelli utilizzati in precedenza. O, almeno, questo è quello che pare di capire dalle indiscrezioni riguardanti le prime nomine cui l’azienda ha intenzione di mettere mano. In ballo ci sono la Sipra, concessionaria della pubblicità e potente cassaforte aziendale, Rai Fiction ed il nuovo canale all-news destinato ad unificare RaiNews e Televideo. Per quest’ultima casella è praticamente certo il nome di Corradino Mineo, attuale direttore del canale di notizie 24 ore su 24 e notoriamente vicino al centrosinistra. In via di definizione la partita intorno alla Fiction, dove comunque l’unica certezza per ora resta l’uscita dell’attuale numero uno, Fabrizio Del Noce. Il dirigente andrà in pensione nel febbraio 2013, ma dovrebbe anticipare la propria uscita ad ottobre per garantire un periodo di affiancamento al successore. Trattandosi di una struttura, quella della fiction, con una capacità di spesa di duecento milioni di euro, si capisce il motivo di tanta premura. In testa al toto-successore di Del Noce c’è Eleonora Andreatta fu Beniamino. Figlia dell’ex ministro nonché massimo teorico dell’Ulivo, l’erede Andreatta è capostruttura di Rai Fiction di area cattolico-progressista. Più aperta la partita sulla Sipra, che potrebbe vedere il ritorno in pista dell’ex direttore generale di viale Mazzini Lorenza Lei. Molte le incognite, a partire dal ruolo da andare a ricoprire: la Lei è infatti in corsa sia per il posto di amministratore delegato sia per quello di presidente (scenario quest’ultimo che aprirebbe all’arrivo di un ad esterno, con tanti saluti alla spending review). Un quadro, questo, che fa storcere il naso al Pdl. Non tanto per il merito (dove pure un certo squilibrio a favore del centrosinistra è ravvisabile), quanto per il metodo. Il consigliere in quota pidiellina Antonio Verro lamenta la mancanza di «un percorso condiviso in consiglio», accusando implicitamente il duo Tarantola-Gubitosi (rispettivamente presidente e dg) di stare esercitando in maniera troppo accentratrice il proprio mandato. A Verro dà manforte il parlamentare del Pid Pippo Gianni che, constatando che di «nomine cadute come un fulmine dall’alto» si tratta, taccia i tecnici di essere «meno distanti dalla politica di quanto si pensi». Marco Gorra  

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