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Tremonti contro il Sud: "Basta cialtronerie"

Il ministro dell'economia si scaglia contro le amministrazioni comunali del Mezzogiorno che hanno a disposizionei fondi Ue ma non li usano
di Tatiana Necchi sabato 3 luglio 2010

3' di lettura

Le regioni del Sud nel mirino - Basta con la "cialtroneria" di chi  protesta solamente. Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, intervenendo all’Assemblea della Coldiretti si scaglia contro chi, al Sud, non fa gli interessi dei cittadini e non spende i fondi messi a disposizione dall’Ue. L'incontro con il commissario - Il ministro ieri ha incontrato il commissario dell’Unione Europea ai fondi europei con il quale si è sottolineato il fatto che per il Sud c'è stato uno stanziamento nell’ambito del programma comunitario 2007-2013 pari a 44miliardi di euro, dei quali ne sono stati usati solo 3,5. "Questo è inaccettabile. E la colpa - ha detto Tremonti - non è dell’Europa, dei governi di destra o di sinistra, ma è colpa della cialtroneria di chi prende i soldi e non li spende. E siccome i soldi per il Sud saranno di più e non di meno nei prossimi anni allora non si può continuare con questa gente che sa solo protestare ma non sa fare gli interessi dei cittadini".  Questo perché il mondo agricolo ha spesso rimproverato all’esecutivo di non aver fatto abbastanza per sostenere il settore, e lo stesso Tremonti riconosce che "nella bilancia del dare e avere, la bilancia sta più dalla parte di quello che voi date rispetto alla parte di quello che ricevete". Etica agricola - "L'agricoltura italiana - ha detto il ministro - ha sofferto durante la crisi, anche nel Sud, reggendo però meglio di altri. Però in questo settore c'è patrimonio nell’accumulazione non di valore ma di etica. Per questo è diverso da altri come l’industria, dove puoi spostare capitali e impianti. In agricoltura non si delocalizza. Se va giù per rimetterla in piedi ci vogliono decenni. Per fare l'agricoltore non basta la tecnica, serve esempio, storia, sapienza ed esperienza". Inoltre, ha aggiunto, "l'industria non fa l’identità di un popolo, di uno stato, di una nazione. L'agricoltura, invece, è esattamente questo. Produce cibo, che è la prima e più profonda forma di cultura, produce paesaggio che è identità e forma di valori. Se viene meno l’agricoltura - ha aggiunto - si indebolisce l’anima del paese e di un popolo". Inoltre ha detto "io credo nell’agricoltura europea. Non possiamo chiedere autarchia e isolamento ma non possiamo neanche subire la follia del mercato a ogni costo. Ci vuole equilibrio. Non credo alla follia del mercato applicato comunque e dovunque". Numeri - Dopo la fotografia della situazione economica del settore primario, a snocciolare i dati precisi è intervenuto il ministro delle politiche agricole Giancarlo Galan. E la crisi che ha investito il mondo agricolo assume dimensioni più concrete. "Sapevo che l’agricoltura italiana non navigava nell’oro - ha esordito Galan -, ma quando ho assunto questo incarico non pensavo di trovare un settore dove il vostro reddito è calato del 36%. Allora mi sono detto che va difesa, in ogni sede, soprattutto tutelando quel Made in Italy che rappresenta la nostra carta vincente. Basta ricordare che per il falso made in Italy si spendono 80 miliardi in tutto il mondo, e noi dobbiamo recupare questi soldi perchè, in pratica, sono una manovra finanziaria nazionale, ma soprattutto un diritto per i cittadini e per gli operatori del settore". Predica bene e razzola male - Ironizza sull'intervento del ministro dell'Economia il capogruppo del Pd alla commissione agricoltura, Nicodemo Oliverio. "Nel vedere Tremonti sul palco della Coldiretti è stato automatico pensare che l’"assassino" torna sempre sul luogo del delitto: sono infatti i tagli di Tremonti che stanno mettendo in ginocchio un settore strategico per il rilancio della nostra economia nazionale e lo sanno bene i tanti agricoltori che erano presenti".

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