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La Padania contro Unicredit: svende la banca agli arabi

Al quotidiano leghista non piace che la prima banca italiana sia al 12% nelle mani di ibia e Dubai
di Roberto Amaglio sabato 14 agosto 2010

2' di lettura

Non piace a "La Padania" la strategia di mercato di UniCredit, prossima allo sbarco in Libia. A distanza di quattro giorni dall’annuncio dell’approvazione da parte della Banca Centrale libica per l’apertura dell’unica filiale straniera, il quotidiano del partito leghista ha pubblicato un articolo di denuncia in cui si critica le strategie dell’istituto di credito dell’amministratore delegato Alessandro Profumo. "La Banca d’Italia, tenuta all’oscuro delle manovre di piazza Cordusio, non è stata preliminarmente avvisata del progetto libico di UniCredit e ora dovrà dare un parere a riguardo", si legge nell’articolo, accusando UniCredit di aver così violato un necessario passaggio istituzionale dalla Banca d’Italia. Ma oltre alle procedure, ciò che non piace al quotidiano "verde" è la posizione dominante che gli investitori libici stanno assumendo all’interno dell’istituto di credito milanese; una leadership che violerebbe anche lo statuto della banca. "Nell’ultimo mese ci sono stati nuovi ingressi importanti di capitale libico in piazza Cordusio. Da principio il fondo sovrano di Abu Dhabi nelle scorse settimane ha rilevato il 4,99% di UniCredit. Successivamente la Libyan Investement Authority ha acquistato titoli per il 2,075% dell’istituto milanese. Tale partecipazione si somma al 4,98% detenuto in precedenza dalla Central Bank of Libya. La Libia detiene di fatto ora il 7,055% di UniCredit. Si è violato così l'articolo 5 dello statuto dell’istituto di credito milanese che prevede una soglia di partecipazione al 5% del capitale per il medesimo azionista anche se sommato a soggetti allo stesso riconducibili. Anche questa volta non è stata chiesta alcuna autorizzazione a Banca d’Italia". Con l’ingresso del fondo di Abu Dhabi, prosegue l’articolo, "la partecipazione del mondo arabo nella banca milanese a questo punto sale ad oltre il 12% del capitale. Alessandro Profumo, sostiene La Padania, "di fatto sta consegnando la banca milanese al mondo arabo" per "bisogno urgente di liquidità". Intanto Unicredit non ha rilasciato alcuna dichiarazione in merito all’articolo del quotidiano. Soprassedendo sulle scadenze burocratiche e gli statuti interni (scritti proprio per essere modificati), la vicenda testimonia ancora una volta che i soldi non hanno bandiera né colore.

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