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Lombardo attacca Berlusconi sull'affaire Tirrenia

Il governatore della Sicilia: "Giochetto simile alla vicenda Alitalia". C'è chi parla di ritorsione dopo l'astensione dell'Mpa sulla sfiducia a Caliendo
di Paolo Franzoso domenica 8 agosto 2010

3' di lettura

"Il governo italiano ha voluto impedire a un gruppo di imprenditori e alla Regione Sicilia (che non rischiava e non guadagnava nulla) di portare a termine una seria e concreta occasione di sviluppo per il meridione”. È furioso e pronto ad “adire le vie legali” il governatore Raffaele Lombardo per l’esito negativo della trattativa su Tirrenia. Dietro alla decisione di Fintecna (la finanziaria pubblica a cui Tirrenia fa capo) di annullare la gara per la privatizzazione della società di navigazione, vinta da Mediterranea Holding, Lombardo ci vede “un atto di ostilità vergognosa” da parte del governo “nei confronti di una regione che non si piega e che non consente più il saccheggio”. A provocare la reazione del presidente della Sicilia, la gestione non limpidissima della privatizzazione di Tirrenia. A un passo dall’acquisto, Mediterranea Holding (cordata nata apposta per l’operazione, con il 37% nelle mani della regione) si è vista chiudere la porta ieri e Tirrenia è finita in amministrazione straordinaria, con commissario Giancarlo D'Andrea, che ricopriva la carica di amministratore delegato. “Mediterranea – scrive Lombardo sul suo blog – aveva individuato, con fatica e in tempi assolutamente proibitivi, un solo advisor disposto a trattare e, a quel punto, era pronta a firmare il contratto, fermo restando che i privati si sarebbero assunti il rischio anche per conto della Regione. A fronte di questa rinnovata disponibilità il Presidente del consiglio ha ritenuto di dover procedere alla firma del decreto per l’amministrazione controllata, annullando il debito e mettendo a repentaglio il posto di lavoro di migliaia di persone” nonostante Mediterranea avesse “richiesto alcuni giorni per approfondire il testo contrattuale, soprattutto per quel che concerne la questione del debito di 600-700 milioni di euro che grava sui conti di Tirrenia”. È quasi una sfida personale quella del governatore della Regione con il premier. Sotto la scelta, optata da Roma, del commissariamento di Tirrenia, si nasconderebbe – secondo la versione di Lombardo – una rappresaglia contro chi non si è allineato al governo: riferimento diretto all’astensione dei deputati dell’Mpa sulla sfiducia a Caliendo. Inoltre, scrive il presidente della Regione che “è lecito sospettare che si tratti di un giochetto simile alla vicenda Alitalia, volto a favorire qualche amico”. Una delle ipotesi aperte adesso è che il Gruppo sia spezzato, con la vendita delle singole tratte. I conti e la flotta di Tirrenia – La società di navigazione naviga in pessime acque da alcuni anni e si stima che fra il 2000 e il 2007 sia costata oltre un miliardo e mezzo di euro ai contribuenti, con perdite media annue pari a 200 milioni. Una flotta logora di 44 navi (la meno anziana ha almeno dieci anni) dal valore di 855 milioni, con ipoteche bancarie per 245 milioni. Tentativi disastrosi per rinnovarsi, con scelte sbagliate: imbarcazioni inutilizzabili a causa degli alti costi di rifornimento o addirittura incapaci di cavalcare le onde con mare mosso. L’ancora di salvezza è stata la politica, grazie ai lauti aiuti statali elargiti negli anni (22 euro per ognuno dei 10,5 milioni di biglietti emessi in un anno), finché non è intervenuta l’Unione europea a sanzionare la distorsione del mercato.

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