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Licenziato uccide i datori di lavoro e si toglie la vita

L'uomo ha sparato al dirigente della ditta e al responsabile delle vendite per l'estero
di Eleonora Crisafulli sabato 24 luglio 2010

3' di lettura

Tragedia a Lucca. Un ex rappresentante di Massarosa, licenziato sei mesi fa, ha sparato e ucciso l'amministrazione delegato e il responsabile delle vendite della ditta in cui lavorava, la "Gifas Electric", e ha poi deciso di togliersi la vita. Paolo Iacconi, 51 anni, originario di Pordenone, si era presentato nel pomeriggio di ieri, intorno alle ore 16.00, per farsi ricevere dai dirigenti dell'azienda dai quali- secondo alcune indiscrezioni- si sarebbe rivolto qualche mese prima per avanzare la richiesta di "stringere rapporti commerciali con la ditta" , dopo aver aperto una sua attività in Friuli. L’omicida è arrivato sull'ex luogo di lavoro poco prima delle ore 16. E' quindi salito al primo piano, dove si trovano gli uffici della direzione e quelli commerciali, e ha salutato tutti gli ex colleghi presenti, entrando poi nell’ufficio di Luca Ceragioli, amministratore delegato e direttore dell'azienda, di 48 anni, sposato e con due figli, dove si trovava anche Jan Frederik Hillerm, responsabile delle vendite per l'estero, di 33 anni e padre da 20 giorni. Con sè aveva una borsa, in cui era contenuta la pistola. Dopo aver preso con i due un caffè, portato dalla segretaria di Ceragioli, Iacconi ha sparato a raffica contro i dirigenti e, in preda alla follia più totale, ha anche dato fuoco ad alcune carte, provocando un principio d’incendio. L'uomo si è quindi chiuso in bagno. All’arrivo della prima volante e della prima pattuglia di Carabinieri, Iacconi ha rivolto la pistola contro di sè e si è sparato alla testa, uccidendosi. Carabinieri e poliziotti, intervenuti insieme ai vigili del fuoco, si sono così trovati davanti tre cadaveri. Un testimone: "Sembrava tranquillo"- L'omicida, fino a circa un anno fa, era rappresentante della "Gifas Electric" per il Trentino Alto Adige. L’uomo sarebbe apparso tranquillo agli ex colleghi che lo avevano accolto.  "Quando è entrato sembrava sereno. Poi, dopo un po', ho sentito gli spari", ha esordito così un testimone, che ha continuato: "Quando è arrivato ci siamo salutati, poi è entrato negli uffici della direzione, mentre io sono rimasto nella mia stanza. Niente faceva presagire cosa sarebbe successo. La segretaria aveva anche portato il caffè a tutti. Ma, poco dopo, ho sentito gli spari. Ho avuto paura, non ho capito cosa stesse succedendo. Sono corso fuori a dare l’allarme". I dipendenti della Gifas, in particolare i 4 o 5 del settore commerciale che si trovavano negli uffici attigui a quello del direttore Luca Ceragioli, sono fuggiti quando hanno udito i primi colpi di pistola. Problemi con un terzo dirigente- Cosa abbia spinto l’uomo ad uccidere Ceragioli e Hillerm, non è ancora chiaro agli inquirenti, ma nemmeno ai colleghi. Qualcuno parla di una causa di lavoro, di arretrati che Iacconi avrebbe richiesto. Sembrava avesse avuto sempre buoni rapporti con il direttore e lo stesso Ceragioli si sarebbe recate più volte fino a Pordenone, quando Iacconi, che viveva solo in una palazzina aveva avuto problemi di salute. Alcuni testimoni raccontano che in azienda l’omicida/suicida gli unici problemi- qualche litigio per motivi di lavoro- li avrebbe avuti con un terzo dirigente, che non era in sede. Sgomento tra i parenti- A Massarosa è arrivato anche il sindaco di Viareggio, Luca Lunardini, amico d’infanzia e compagno di scuola di Ceragioli, sconvolto, che ha aiutato la moglie del dirigente, arrivata davanti alla fabbrica accompagnata da una delle figlie. La donna è rimasta pochi minuti davanti al cancello, sbarrato dalle auto di Polizia e Carabinieri. Ha poi avuto un leggero malore e, dopo essere stata aiutata dai sanitari presenti, è stata accompagnata a casa. Anche il padre di Ceragioli è rimasto pochi minuti a Massarosa. Nessun familiare di Hillerm ha lasciato Altopascio: la moglie è rimasta a casa con la piccola appena nata.

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