Grandi opere, studio di Consulenza del lavoro Susini Group: rischio-flop, mancano 400mila figure professionali
Grandi opere, grandi flop. I maxi finanziamenti di oltre 102 miliardi di euro che arriveranno con il PNRR rischiano di scontrarsi con alcuni mali cronici della situazione lavorativa italiana come, in primis, la carenza di figure professionali qualificate che possano esser impegnate nei cantieri ma anche a livello dirigenziale. Secondo le stime di Susini Group S.t.P., studio di Firenze leader nella consulenza del lavoro, mancano infatti 400mila figure professionali nel settore dell'edilizia fra muratori specializzati e qualificati (30%), manovali (13%), carpentieri (20%), elettricisti (18%), idraulici (10%), assistenti cantieri (5%) e ingegneri (4%). Inoltre, sempre secondo il Gruppo fiorentino, le nostre imprese non sono in grado di rispondere presente a un'eventuale impennata delle commesse sia per la difficoltà a reperire personale qualificato che per l'impossibilità, da parte di molte di esse, di partecipare alle gare pubbliche che richiedono requisiti dimensionali e di fatturato considerevoli. Assisteremo, quindi, all'arrivo di investitori esteri che andranno a colmare i gap delle aziende italiane e si accaparreranno almeno il 20% delle risorse stanziate.
Queste le 4 principali grandi opere italiane future: Ponte sullo Stretto di Messina che avrà un costo di ben 12 miliardi di euro; Tunnel del Brennero per cui saranno investiti 10,5 miliardi di euro; Adriatica, il progetto per velocizzazione e migliorare la linea ferroviaria Bologna-Bari, che avrà un costo complessivo di 8,5 miliardi di euro; il Giubileo 2025 per cui si prevede lo stanziamento di 2,9 miliardi di euro. La realizzazione delle quattro opere avrà un impatto economico notevole. Saranno quasi 200 le imprese coinvolte nei lavori e oltre 60mila nuovi posti di lavoro complessivi tra diretti e indotto. Positivo sarà anche l'impatto ambientale che comporterà una riduzione di immissione di anidride carbonica nell'atmosfera.
Molte altre però sono le opere pubbliche presenti sul territorio che si trovano in un cattivo stato di conservazione a causa di una scarsa attività di manutenzione strutturale. Impianti che sono soggetti nel corso del tempo a degrado e deterioramento anche per il fatto che sono esposti alla minaccia di disastri naturali molto frequenti nel nostro paese. La maggior parte degli interventi riguarderà la mobilità come i collegamenti ferroviari, le strade e autostrade e la fornitura e l'installazione di impianti di monitoraggio strutturale di ponti, viadotti e gallerie. L'inizio, anche parziale, delle opere potrebbe portare entro i prossimi 24 mesi ad un incremento occupazionale nel settore edilizio di oltre 200 mila posti di lavoro per un fatturato di circa 30 miliardi di euro.