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Silvio Berlusconi, l'agguato dei magistrati: nel giorno del voto per il Quirinale... pronti a tutto per farlo fuori

lunedì 27 dicembre 2021

2' di lettura

Silvio Berlusconi potrebbe avere le ali azzoppate nella corsa al Quirinale. Il 21 gennaio, proprio mentre il Parlamento potrebbe essere chiamato al voto per la scelta del nuovo capo dello Stato, il Cavaliere dovrebbe sedersi in un'aula di giustizia, sul banco degli imputati. "A Bari il tribunale ha calendarizzato l'udienza del processo che vede l'ex presidente del Consiglio sotto accusa per induzione a mentire. Il leader di Forza Italia è accusato di aver pagato l'imprenditore Gianpaolo Tarantini perché raccontasse ai magistrati, come infatti aveva poi fatto, che quelli organizzati nelle residenze dell'ex premier non erano incontri con prostitute, bensì "cene eleganti", perché Berlusconi non sapeva che quelle donne fossero escort", rivela Repubblica.

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Le accuse parlano di un Gianpaolo Tarantini che pagava queste donne nella speranza che poi Berlusconi fosse riconoscente con lui in tema di appalti. I fatti contestati sono avvenuti tra il 2008 e il 2009. Ma dodici anni dopo non c'è nemmeno una sentenza di primo grado. Il rinvio a giudizio è del novembre del 2018, quasi dieci anni dopo. L'udienza preliminare, normalmente un passaggio velocissimo, si era trascinata per quattro anni, tra rinvii chiesti dalla difesa di Berlusconi anche perché i legali dell'ex premier- Niccolò Ghedini e Francesco Paolo Sisto, oggi sottosegretario alla giustizia - erano impegnati nell'elezione del presidente della Repubblica nel 2013.

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Il 21 gennaio è previsto l'interrogatorio di un ufficiale della polizia giudiziari: testimonierebbero come quei 500mila euro che Tarantini, per il tramite di Walter Lavitola, intascò dal Cavaliere (oltre al pagamento di avvocati e altri benefit) fossero il prezzo del suo silenzio. "Non vi è dubbio che le dichiarazioni rese da Tarantini davanti all'autorità giudiziaria di Bari sulla vicenda escort il 29 e 31 luglio 2009, risultano certamente reticenti relativamente al coinvolgimento del premier e, a tratti, addirittura mendaci, determinando, in tal modo la consumazione del reato di cui all'articolo 377 bis codice penale, posto in essere da Silvio Berlusconi", si legge nelle pagine dell'accusa. Nel procedimento è costituita parte civile la Presidenza del Consiglio dei ministri che ha rilevato il danno d'immagine causato dalle condotte dell'ex premier. E se Berlusconi fosse eletto Presidente della Repubblica? Un'incongruenza politica molto sgradevole.

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