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Tangentopoli, quel legame tra Cia e Mani Pulite: quando è finita la Guerra fredda...

di Fabrizio Cicchitto lunedì 21 febbraio 2022

3' di lettura

Finora il dibattito sul trentesimo anniversario di Tangentopoli è stato evasivo per una ragione di fondo: i grandi giornali e una parte cospicua del Pd devono far dimenticare o cancellare le tracce di ciò che accadde veramente negli anni '92-'94 e anche in quelli successivi (1994-2013) quando il «Sistema» descritto da Sallusti e Palamara in due libri ha messo nel mirino Silvio Berlusconi. Tutto quello che è accaduto in quegli anni in Italia ha un sottofondo paradossale. L'Italia è stato l'unico paese europeo nel quale 5 partiti da sempre presenti al parlamento e al governo (la Dc, il Psi, i partiti laici) sono stati spazzati via da una unilaterale iniziativa mediatico-giudiziaria.

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Perché unilaterale? Perché, per dirla in modo brutale, il finanziamento irregolare dei partiti fin dagli anni '40 ha fatto parte della Costituzione materiale della Repubblica, tant' è che esso non è stato mai perseguito, malgrado fosse conosciuto e denunciato ripetutamente da Luigi Sturzo e da Ernesto Rossi. In Italia il finanziamento irregolare è derivato dalla divisione del mondo in due blocchi concordata a Yalta fra Roosevelt, Stalin e Churchill e poi realizzata in modo del tutto asimmetrico. Infatti nei paesi dell'Est europeo liberati-occupati dall'Armata rossa i partiti comunisti presero il potere in un modo totale defenestrando brutalmente quei cattolici, liberali, social-democratici che provarono a resistere. Invece nell'Europa occidentale liberata dagli eserciti anglo-americani, con l'eccezione della Germania dell'Ovest, in Francia e specialmente in Italia c'erano due fortissimi partiti comunisti.

L'ORO DI MOSCA
Orbene, in Italia il Pci per un verso ha usufruito di un enorme finanziamento estero dal Pcus (Valerio Riva nel suo libro L'oro da Mosca ha calcolato che il cosiddetto fondo di assistenza per i partiti fratelli messo in piedi dal Pcus-Kgb ha immesso sul mercato politico italiano circa 900 miliardi di lire), ma, anche utilizzando questa rete di relazioni economiche con l'est, il Pci è stato pure il primo vero partito-azienda d'Italia. Dalle società di import/export alle cooperative rosse che avevano un trattamento di favore nelle Regioni e nei Comuni controllati dal Pci e in sede Italstat una quota fra il 20 e il 30% su tutti i grandi appalti, all'Unipol, alla gestione di fatto del Monte dei Paschi, a rapporti speciali con una serie di imprese private.

Dalla parte opposta la Dc di De Gasperi fu finanziata dalla Cia e dal cosiddetto quarto partito, quello degli imprenditori privati e di alcune banche. La generazione democristiana successiva guidata da Fanfani volle conquistare una certa autonomia dai poteri forti e quindi ricorse al finanziamento delle imprese a partecipazione statale. Adesso Occhetto in un'intervista sul Mattino viene a riproporre il Pci come "partito diverso", il partito delle mani pulite, quello di cui parlò Berlinguer nella sua intervista di Eugenio Scalfari del 1981: una grande mistificazione, anche perché ormai esiste una biblioteca su tutte le molteplici forme di finanziamento irregolare del Pci.

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DOPO IL 1989
Cosa successe dopo il 1989? Sia il crollo del comunismo in Urss, sia il trattato di Maastricht rendevano il sistema di Tangentopoli antieconomico e quindi esso andava superato. In un paese normale si sarebbe dovuta realizzare una grande operazione consociativa, magari con un'amnistia. Invece avvenne tutto l'opposto. Fu messa in piedi un'operazione del tutto unilaterale con il circo mediatico-giudiziario costituito dal pool dei pm di Milano e dai direttori dei quattro più importanti giornali, il Corriere della Sera, Repubblica, la Stampa e l'Unità, salvarono il ristretto gruppo di vertice del Pds (Occhetto, D'Alema, Veltroni) e quello della sinistra Dc (De Mita e Bodrato) che "potevano non sapere" e invece distrussero in primo luogo Craxi e il Psi, poi l'area di centro-destra della Dc, quindi i segretari dei partiti laici che "non potevano non sapere".

Tutto ciò fu realizzato in forme forzate e cruente, quali gli arresti per ottenere confessioni, un unico gip, Ghitti, che controfirmava quasi tutte le richieste dei pm, il sistema della sentenza anticipata derivante dal gioco concordato fra il pool di Mani Pulite e il pool dei direttori dei principali giornali. Oggi da un lato il sistema politico italiano nel suo complesso è in condizioni così negative che deve ricorrere a Draghi come presidente del Consiglio, dall'altro lato la magistratura ha perso ogni credibilità. È augurabile che i referendum sulla giustizia presentati dai radicali e dalla Lega siano l'occasione per operare qualche modifica incisiva, prima fra tutte quella riguardante lo sdoppiamento delle carriere. 

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