Trent'anni dopo

Giovanni Falcone e la strage di Capaci, Ayala: "Viaggiava sempre con il volo di Stato, quel giorno..."

Francesco Fredella

Nel corso di Non Stop News (puntata dedicata alla strage di Capaci) con Enrico Galletti, Giusi Legrenzi e Massimo Lo Nigro, interviene l'ex magistrato del pool antimafia Giuseppe Ayala. "Io e Giovanni Falcone non eravamo solo colleghi di lavoro, ma eravamo molto molto amici. Andammo a Roma nel 1991 tutti e due, lui come direttore generale al Ministero e io - prima di essere eletto in Parlamento - ero consulente della Commissione antimafia. Lui, per motivi di sicurezza, aveva a disposizione il volo di Stato. E spesso nel weekend tornavamo a Palermo, lui mi dava un passaggio (devo ricordare con un sorriso che su quell'aereo ci facevano fumare, il che per noi era fondamentale perché faceva la differenza)", dice Ayala.

 

 

"Dovevamo tornare il 22 maggio. Poi Giovanni mi chiamò per dire che Francesca, componente della commissione per il concorso in Magistratura, aveva un impegno con la correzione dei compiti dei candidati e quindi il volo era spostato al sabato pomeriggio. Io parlai con mia moglie, ero diventato deputato in quel periodo, si doveva votare per l'elezione del Presidente della Repubblica il lunedì mattina, gli dissi che sarei rimasto a Roma con mia moglie. Sappiamo tutti com'è andata a finire", racconta nel corso di Non Stop News

 

 

Poi Ayala, il primo magistrato ad aver ottenuto l'ergastolo per il Capo dei capi, in radiovisione parla anche di Totò Riina. “Da deputato non ho mai voluto incontrarlo in carcere. Il mio obiettivo? Vederlo uscire da lì in una cassa di legno”.